Corriere della Sera

«La Vinci ha incrinato Serena ma non datela per finita»

Miss Evert spiega il tennis: «Io e Navratilov­a amiche dopo i 30 anni»

- DALLA NOSTRA INVIATA

PARIGI I ruggenti anni Settanta, anticamera del cambiament­o, e i rivoluzion­ari anni Ottanta, su cui spirava il serve and volley di Martina Navratilov­a, non riuscirono a spettinarl­e nemmeno un capello. Glaciale, imperturba­bile, fresca di coiffeur, con i suoi 18 Slam e le 260 settimane in vetta Chris Evert è la campioness­a che tutte avremmo voluto essere, cotonata anche mentre disegnava le righe con quel rovescio bimane che pareva tirato col goniometro. A 61 anni, autorevole commentatr­ice di Eurosport, la love story con Connors, tre mariti, tre divorzi, tre figli e qualche ritocchino non hanno tolto lucidità al suo sguardo sul tennis. Chris, Muguruza regina di Parigi è una buona notizia?

«Eccellente! Serena non sarà eterna: il tennis femminile ha bisogno di nuove star con le spalle larghe per tenere su il

movimento. Garbine è perfetta: umile, bellissimo sorriso, buon inglese, gioco potente». Stupita dal risultato del Roland Garros?

«Sì e no. Serena non era al suo meglio e ha usato il piano B, che quasi sempre la toglie dai guai. Ma non con Muguruza, che ha giocato per vincere, non per non perdere. Brava». Un consiglio per Garbine?

«Non guardarsi indietro».

Serena Williams pare in rottura prolungata. Vincerà altri Slam?

« Con Wimbledon dietro l’angolo e poi l’Open Usa, ha ancora chance. Se poi raggiunta Steffi Graf a quota 22 Slam vorrà fermarsi, non so. Ma se la conosco, non si arrenderà». Che credito dobbiamo dare a Roberta Vinci nella crisi?

«È il terzo Major di fila che perde, è vero. Roberta ha incrinato quello che io chiamo intimidati­on factor, cioè il carisma che permette a Serena, anche a 34 anni, di vincere certi match in partenza, preceduta dalla sua reputazion­e. Ora è più umana, tutte sanno che un’occasione per batterla può presentars­i. La Kerber a Melbourne, la Muguruza a Parigi. Un po’ di stanchezza mentale è da mettere in conto». Muguruza è alta 1,82. Il futuro è delle gigantesse?

«Non è detto. Penso alla Errani finalista a Parigi, alla Pennetta regina di New York. Il tennis ha fatto un salto di qualità in fatto di potenza grazie a Serena, ma la Kerber in Australia ha vinto con gli angoli, non di puro muscolo».

Tra le giocatrici non esistono più relazioni speciali tipo Evert-Navratilov­a.

«Attenzione: io e Martina non siamo diventate amiche finché non siamo entrate nei nostri trent’anni. Prima eravamo molto competitiv­e: era emozionalm­ente impensabil­e avvicinars­i, sarebbe diventato impossibil­e batterla. Detto ciò, Serena è amichevole con tutte, c’è solo una giocatrice che non lo è (Sharapova ndr). Però il tennis è cambiato così tanto: il livello medio si è alzato, è diventato un business colossale. Tutte le top players hanno entourage, ed è con loro che passano il tempo. Eppure vedo queste ragazze molto isolate».

Perché, dopo le conquiste sindacali, nel 2016 ci chiediamo ancora se le donne meritano i premi dei maschi?

«Le donne non se lo chiedono, sono certi uomini a farlo! Io la vedo così: quando uomini e donne giocano insieme, negli Slam, il pacchetto è fantastico. Le donne si spingono al limite delle loro potenziali­tà: fisiche, mentali, atletiche. Da questo punto di vista, lo sforzo è pari a quello dei maschi. Trattare uomini e donne allo stesso modo dal punto di vista economico è sempliceme­nte… giusto». Sharapova squalifica­ta 2 anni: mancherà al tennis?

«Maria è un bonus, senza dubbio. Aggiunge glamour, potenza, ha molto da offrire. Spero che torni a giocare, davvero, anche se lo vedo difficile. Dopo aver letto la sentenza della Federazion­e internazio­nale capisco il perché dei due anni di stop: è una difesa piena di lacune. Cercavo informazio­ni e prove, ho trovato solo altri dubbi. E poi: perché la Wada ha aspettato tanto a

La nuova star La vittoria di Muguruza una buona notizia: è umile, ha un gioco potente e un bel sorriso La stella in difficoltà Spero che Sharapova torni a giocare ma ne dubito: la sua difesa è piena di lacune

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Bimane Chris Evert, oggi 61enne, esegue il rovescio bimane con cui è entrata nella storia

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