Corriere della Sera

«Il grande match» di Insinna trasforma la festa azzurra in banalità

- di Aldo Grasso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ditemi che non è vero. Ditemi che è una parodia. Ditemi che Corrado Guzzanti, deluso da «Dov’è Mario?», sta imitando Flavio Insinna. Ditemi che questa brutta trasmissio­ne sul calcio è solo un incubo di un’estate che estate non è. Credo che alla base de «Il grande match» ci sia questa pensata. Credo, ma non ne sono sicuro perché chiunque avrebbe avuto un’idea migliore. Ci sono gli Europei, il Servizio pubblico ha acquisito i diritti per 27 partite, cerchiamo di sfruttare non solo la partita ma anche il dopo su Raiuno. Come? Semplice: prendiamo un conduttore consumato (Carlo Conti? No, perché lo abbiamo fatto direttore artistico di RadioRai). Amadeus o Insinna? Vada per Insinna. Al conduttore generalist­a uniamo in modo casuale Rai Sport, più Zazzaroni, l’esperto di ballo. Risultato? C’è uno in camicia bianca, scalmanato, che parla come un ossesso, non la smette mai e tratta i suoi ospiti, a cominciare dal povero Arrigo Sacchi, come fossero dei pacchi da aprire. E così il popolare viene scambiato con la superficia­lità, la festa con la banalità, la competenza con uno scontro di opinioni. La prima sera c’erano persino un’orchestrin­a da balera e una carpa che faceva pronostici! Quando due corpi estranei s’incontrano (Insinna e la redazione di Rai Sport) e non si amalgamano, nasce una mostruosit­à. La conseguenz­a più immediata è che questa trasmissio­ne esalta a dismisura l’ego già di per sé smisurato dei Mazzocchi, delle Ferrari, degli Antinelli, dei Civoli, increduli di aver conquistat­o la platea di Raiuno.

Meno male che l’Italia ha vinto e l’euforia della vittorie copre le magagne, l’improvvisa­zione, le chiacchier­e da bar: ci vuole un esperto per dire che una squadra ha vinto ma non ha convinto?

Per rubare una metafora a Gigi Buffon, ci sono momenti in cui bisogna essere martello e altri in cui è meglio essere incudine. Il fatto è che con «Il grande match» noi spettatori siamo sempre fra l’uno e l’altra.

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