Corriere della Sera

Ue a San Pietroburg­o a dialogare con Putin

Al Forum di San Pietroburg­o Putin mira a superare le sanzioni e tornare ad affari e investimen­ti Juncker: «Sono qui per costruire ponti». Ma l’offensiva dello charme ha al suo centro l’Italia

- di Paolo Valentino

FONDATO NEL 1876

Vladimir Putin ha un messaggio per l’Europa: guardiamo oltre il conflitto sull’Ucraina e le sanzioni, riprendiam­o il filo del dialogo, ma soprattutt­o torniamo agli affari e agli investimen­ti di cui entrambi, il più grande esportator­e di energia e il primo blocco commercial­e del mondo, abbiamo assoluta necessità.

Dopo due anni di ostilità e quasi emarginazi­one, sull’onda dello straniamen­to tra Mosca e l’Occidente provocato dall’annessione della Crimea e dalla guerra ibrida in Ucraina, il Forum economico di San Pietroburg­o torna a essere la «Davos» del presidente russo, magnete capace di attrarre il meglio dell’imprendito­ria europea. E mondiale, visto che, sfidando il consiglio del Dipartimen­to di Stato americano, è arrivato anche il gran capo di Exxon Mobil, Rex Tillerson. «Un’occasione di disgelo», nelle parole dell’amministra­tore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi.

Ma più ancora delle decine di contratti e progetti di cooperazio­ne firmati nei tre giorni sulla Neva, a dar peso e significat­o politico al Forum sono le presenze di Jean-Claude Juncker e soprattutt­o quella di Matteo Renzi, arrivato ieri sera,

Sfidando il Dipartimen­to di Stato, è arrivato anche il gran capo di Exxon Mobil, Rex Tillerson

che oggi Putin accoglierà in grande stile, come leader del Paese ospite d’onore della manifestaz­ione.

Accettando l’invito di Putin e interrompe­ndo un mezzo boicottagg­io che da 2 anni non vedeva un capo dell’Ue in Russia, il presidente della Commission­e europea ha preso un rischio, subendo gli attacchi di chi vedeva nella visita il segnale sbagliato di una volontà compromiss­oria degli europei sulle sanzioni.

«Parlare con Mosca è una questione di buon senso. Io sono qui per costruire ponti», ha detto Juncker nella seduta inaugurale, difendendo la scelta. Ma l’ex premier lussemburg­hese è stato attento a non aprire spiragli sul fronte della crisi ucraina: «Le azioni della Russia hanno scosso le fondamenta della sicurezza europea: sovranità, integrità territoria­le, non uso della forza nelle questioni internazio­nali. Non possiamo ignorarlo». E ha confermato la linea maestra sulle sanzioni: «L’applicazio­ne integrale degli accordi di Minsk è l’unica strada per un eventuale superament­o». Sul futuro, Juncker si è voluto dimostrare però pragmatico: «Avremo colloqui molto franchi con il presidente Putin, non possiamo farci illusioni sui problemi che oggi gravano sui nostri rapporti. Essi esistono, sarebbe insensato e pericoloso far finta di nulla. Ma dobbiamo e possiamo mettervi riparo». È lo stretto sentiero nel quale si muoverà oggi Matteo Renzi nell’incontro con il leader del Cremlino. È palese che l’offensiva dello charme di Putin verso Occidente abbia al suo centro l’Italia, «Paese amico» come ha detto il vicepremie­r Arkadi Dvorkovich. Gli accordi firmati con le nostre imprese hanno un valore di 1,4 miliardi di euro, cui andranno aggiunti quelli derivanti dai memorandum d’intesa. Oggi il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e i leader delle grandi aziende pubbliche e private italiane — fra gli altri Marco Tronchetti Provera, Mauro Moretti e Guido Barilla — parteciper­anno a una tavola rotonda con i boiardi di Stato russi, che si annuncia come il clou del Forum. Ma tutto questo non tocca il dispositiv­o delle sanzioni, che il nostro Paese applica con rigore, subendo più di altri le contromisu­re di Mosca specie sull’agroalimen­tare. Un’idea è circolata nelle scorse settimane. Acquisito il rinnovo delle sanzioni, perché non rinnovarle per tre mesi invece che per sei? Significhe­rebbe inviare un segnale sia a Mosca, per incentivar­la a fare fino in fondo la sua

L’amico americano Affari Gli accordi firmati con le nostre imprese hanno un valore di 1,4 miliardi di euro

parte, sia a Kiev, ricordando agli ucraini che anche loro hanno degli obblighi. Si intesterà Matteo Renzi una iniziativa del genere? «Lo spero», dice un importante imprendito­re italiano presente al Forum.

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(Ap) Tavolo L’incontro tra la delegazion­e russa e una schiera di investitor­i internazio­nali durante uno dei meeting all’interno del Forum economico di San Pietroburg­o, in programma da ieri fino al 18 giugno

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