Corriere della Sera

Conte, idee chiare: «Battere la Svezia e passare il turno»

Bis Dopo il successo sul Belgio, azzurri in campo oggi alle 15 per il secondo match L’obiettivo è stendere anche la Svezia di Ibra e passare subito il turno Conte ha le idee chiare «Dobbiamo far vedere che non siamo affatto un fuoco di paglia»

- Di Mario Sconcerti a pagina

La seconda, a prima vista, è molto più semplice della prima. La Svezia lenta e impacciata dell’esordio con la Repubblica d’Irlanda non sembra in grado di impensieri­re la ritrovata Italia di Antonio Conte. Ma, dopo aver disintegra­to il Belgio, serve la riprova. La nostra Nazionale è una strana creatura, capace di esaltarsi quando il gioco si fa duro e di afflosciar­si nel momento in cui potrebbe sfruttare il vento in poppa. E la storia, mai banale, racconta che la seconda è maledetta e ha messo in ginocchio allenatori navigati come Sacchi, Trapattoni e Prandelli. Se non la vinciamo da sedici anni, un motivo ci deve pur essere. «Storicamen­te per noi è fonte di problemi, ma siamo qui per risolverli», l’ottimismo del capitano Buffon alla soglia della maglia azzurra numero 158.

I precedenti sono solo una parte dei tanti rischi disseminat­i qua e là sul prato dello stadio Municipale di Tolosa, la città rosa. Non c’è solo Ibra sulla strada verso gli ottavi di finale che rappresent­erebbero il primo traguardo azzurro. Conte, che è il motivatore e il navigatore della squadra, ha cercato di disinnesca­re i pericoli tenendo alta la temperatur­a. Vuole vincere, sfruttare il momento d’oro, chiudere il discorso: «E dimostrare che non siamo un fuoco di paglia», racconta nell’intervista esclusiva a Raiuno.

E pazienza se, guardando il calendario, sarebbe meglio passare per secondi. Il c.t. non fa calcoli. E non crede che i compliment­i arrivati da tutta Europa dopo la sontuosa vittoria con il Belgio possano aver fiaccato la determinaz­ione azzurra Rifinitura Gli azzurri al lavoro nel ritiro di Montpellie­r sotto lo sguardo vigile di Antonio Conte: contro la Svezia il c.t. cambierà poche pedine rispetto alla vittoria con il Belgio (Afp) «perché ho a che fare con ragazzi seri, concentrat­i, determinat­i che sanno ciò che vogliono». Avanti, dunque. «Pensando più a noi stessi che agli avversari». Senza fidarsi delle apparenze, cioè di una Svezia solo fumo e niente arrosto. Con tre punti l’Italia sarebbe tra le magnifiche sedici e se domani l’Irlanda non dovesse battere il Belgio saremmo sicurament­e primi nel girone E. Ma sono vietati i voli pindarici, almeno prima di giocare: «Teniamo i piedi ben piantati per terra.

Una partita, seppur giocata bene, non cambia le cose. Non abbiamo fatto niente e vogliamo inseguire la qualificaz­ione giocando come se avessimo il fuoco dentro». Con la consapevol­ezza di «sapere chi siamo e da dove arriviamo».

Conte sul campo studia le mosse per frenare Ibra e nelle pause tra una seduta video e un allenament­o lavora sulla testa e sulle motivazion­i dei giocatori con l’intenzione di forgiare un gruppo solido come quello che nel 2006 è arrivato in cima al mondo. «Ci vuole tempo per farlo, ma la predisposi­zione c’è sin dal primo giorno a Coverciano», ammette il veterano Buffon.

Soltanto il campo oggi alle 15 chiarirà definitiva­mente di che pasta è fatta questa Nazionale. Conte nel frattempo ha provveduto a scegliere la linea e la tattica: «Voglio attaccare la Svezia cercando di annullare i suoi pregi e provando a mettere in mostra i difetti». La squadra l’ha preparata nel fortino di Montpellie­r sempre più blindato, ma non ci saranno grandi cambiament­i per ammissione dello stesso allenatore «anche perché abbiamo giocato soltanto una partita e mi sembra eccessivo parlare di stanchezza. C’è stato tempo per recuperare e allenarsi». Il dubbio è uno solo: la solita Italia che ha cancellato il Belgio o una squadra un po’ più sbilanciat­a per attaccare le debolezze svedesi con il romanista Florenzi al posto di Darmian sulla corsia sinistra. La seconda ipotesi è molto più forte della prima. Per il resto il muro della Juve per arginare «quel top player di Ibrahimovi­c» e il ballerino Pellè, 6 gol in 14 partite, al centro dell’attacco: «Graziano è dovuto andare all’estero per affermarsi ed è la dimostrazi­one che la voglia può fare la differenza». Anche stasera voglia, rabbia e fame dovranno marcare la differenza. Occhio ai brutti scherzi. Conte vigila, Buffon lo rassicura: «Sappiamo cosa dobbiamo fare per non steccare».

Conte Ho detto ai ragazzi che bisogna attaccarli cercando di annullare i loro pregi e far emergere i loro difetti Buffon Per costruire un gruppo compatto come quello del 2006 ci vuole tempo ma la base è buona

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