Quegli attacchi (non casuali) a Juncker
Le voci giravano da tempo. Il tedesco Markus Winkler, capo di gabinetto del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, già una settimana fa aveva riunito il suo team per rassicurare che i rumors sulle difficoltà del presidente della Commissione Ue, JeanClaude Juncker, non erano veri. E più di qualcuno ha osservato la durezza dell’intervento del presidente dell’Ecofin e dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, che due giorni fa al Parlamento europeo ha detto che «nell’Eurogruppo c’è preoccupazione sul modo in cui la Commissione sta applicando le regole del patto di Stabilità: molti Stati sentono che le decisioni sono difficili da spiegare e da capire, temono che si facciano differenze tra grandi e piccoli Paesi». Poi ieri è intervenuto a gamba tesa il sito di informazione europea Politico.eu, che in un articolo ha messo in fila sostenitori e detrattori delle scelte politiche del leader lussemburghese, parlando di «passi falsi politici», «problemi di salute» e «dubbi sull’efficacia» dell’azione di Juncker nel combattere il crescente euroscetticismo. Il portavoce della Commissione, il greco Margaritis Schinas, ha ribadito quanto detto al sito: «Il presidente Juncker ha ideato la nuova struttura della Commissione per concentrarsi sui grandi problemi che richiedono l’attenzione presidenziale, come ad esempio la crisi dei rifugiati o quella greca». Certo la tempistica di questi attacchi non sembra casuale, fanno osservare a Bruxelles in ambienti diversi. Il referendum sulla Brexit è alle porte e può fare gioco a qualcuno gettare un po’ di fumo sull’esecutivo Ue. Peraltro Juncker ha avuto un ruolo fondamentale in diverse partite, riconoscono in Italia, a partire da quelle sulla flessibilità (che abbiamo ottenuto) e sul rimborso agli obbligazionisti delle nostre 4 banche in risoluzione.