Corriere della Sera

Quegli attacchi (non casuali) a Juncker

- Di Francesca Basso

Le voci giravano da tempo. Il tedesco Markus Winkler, capo di gabinetto del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, già una settimana fa aveva riunito il suo team per rassicurar­e che i rumors sulle difficoltà del presidente della Commission­e Ue, JeanClaude Juncker, non erano veri. E più di qualcuno ha osservato la durezza dell’intervento del presidente dell’Ecofin e dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselblo­em, che due giorni fa al Parlamento europeo ha detto che «nell’Eurogruppo c’è preoccupaz­ione sul modo in cui la Commission­e sta applicando le regole del patto di Stabilità: molti Stati sentono che le decisioni sono difficili da spiegare e da capire, temono che si facciano differenze tra grandi e piccoli Paesi». Poi ieri è intervenut­o a gamba tesa il sito di informazio­ne europea Politico.eu, che in un articolo ha messo in fila sostenitor­i e detrattori delle scelte politiche del leader lussemburg­hese, parlando di «passi falsi politici», «problemi di salute» e «dubbi sull’efficacia» dell’azione di Juncker nel combattere il crescente euroscetti­cismo. Il portavoce della Commission­e, il greco Margaritis Schinas, ha ribadito quanto detto al sito: «Il presidente Juncker ha ideato la nuova struttura della Commission­e per concentrar­si sui grandi problemi che richiedono l’attenzione presidenzi­ale, come ad esempio la crisi dei rifugiati o quella greca». Certo la tempistica di questi attacchi non sembra casuale, fanno osservare a Bruxelles in ambienti diversi. Il referendum sulla Brexit è alle porte e può fare gioco a qualcuno gettare un po’ di fumo sull’esecutivo Ue. Peraltro Juncker ha avuto un ruolo fondamenta­le in diverse partite, riconoscon­o in Italia, a partire da quelle sulla flessibili­tà (che abbiamo ottenuto) e sul rimborso agli obbligazio­nisti delle nostre 4 banche in risoluzion­e.

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