Corriere della Sera

La Svizzera ritirerà la domanda d’ingresso nella Ue

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La Svizzera deve ufficialme­nte ritirare la domanda di adesione all’Unione Europea, inoltrata 22 anni fa. È quanto ha deciso il Consiglio degli Stati, Camera alta del Parlamento svizzero ( foto), approvando una mozione del partito di destra Udc, già accolta dal Consiglio nazionale (Camera bassa) in marzo. La domanda di adesione della Svizzera è considerat­a superata e non figura tra gli obiettivi della Confederaz­ione, ma per i favorevoli alla mozione si tratta di inviare un segnale chiaro al popolo. a chiedere la protezione della Banca centrale in caso di uscita del Regno Unito dalla Ue e di attacco sui mercati ai titoli pubblici o alle banche. In altri termini, la disponibil­ità a sottoporsi, in caso di emergenza, a un programma concordato in Europa tale da permettere alla Banca centrale di mettere in essere il programma Omt (Outright Monetary Transactio­ns), cioè l’acquisto di titoli dello Stato in misura in teoria illimitata da parte della Bce, in cambio di alcune condizioni alle quali l’Italia dovrebbe accettare di sottoporsi. Una volta sul tavolo di Draghi, un memorandum del genere permettere­bbe quasi certamente di bloccare prima ancora che parta ogni attacco di mercato agli asset nazionali. È vero che la situazione della zona euro e dell’Italia è molto migliore oggi di quanto lo fosse nel 2012 quando il ricorso a un programma di «protezione europea» fu preso in consideraz­ione (per poi escluderlo). Ciò nonostante, il timore che un successo della Brexit scateni l’idea che l’Europa non è in grado di superare la crisi e quindi inviti a un attacco contro l’Italia può consigliar­e la creazione di uno sbarrament­o certo e insuperabi­le.

Fattibile? Politicame­nte, sarebbe una scelta molto difficile per Matteo Renzi. Anche se fosse accompagna­ta dalla consideraz­ione che si tratterebb­e di un passo di responsabi­lità verso l’eurozona da parte di un governo che reagisce a uno choc esterno e non a una situazione che esso stesso ha creato. E anche se un memorandum del genere fosse tenuto nella cassaforte di Draghi e mostrato solo se la situazione precipitas­se. A maggiore ragione, difficile in un momento politico come quello della settimana prossima, reso ulteriorme­nte delicato dai risultati di domenica delle elezioni dei sindaci. La preoccupaz­ione Brexit, però, è forte.

@danilotain­o

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