Corriere della Sera

Popolare di Vicenza, risparmiat­ore suicida

L’ex perito chimico si è sparato. Al fratello diceva: ci hanno fregato i soldi. Il biglietto alla famiglia

- Angela Pederiva © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’era stato il commercian­te corso in filiale con la pistola per farsi pagare un bonifico, il meccanico che aveva esercitato con una rapina all’agenzia il diritto di recesso delle azioni, il pensionato entrato in sede centrale con una siringa per minacciare di suicidarsi. Mai però un risparmiat­ore era arrivato a darsi davvero la morte, nel Veneto travolto dalla crisi del sistema del credito, per la disperazio­ne e la rabbia di aver perso tutto. Almeno fino a mercoledì sera, quando a Montebello Vicentino, centro di neanche settemila anime alle pendici dei monti Lessini, un socio della Banca Popolare di Vicenza si è sparato un colpo di pistola dopo aver visto andare in fumo il valore delle sue ottomila azioni.

Antonio Bedin aveva risparmiat­o per una vita intera. Ex perito chimico di 69 anni, 35 dei quali passati a lavorare al gruppo Ferroli, aveva investito tutto in Bpvi. Ma pure lui, come gli altri 200 mila azionisti delle ex Popolari venete, aveva dovuto assistere al devastante falò della svalutazio­ne. E così le sue quote, acquistate con un investimen­to di 290 mila euro e giunte nel tempo a valere anche mezzo milione, si erano ridotte a nemmeno 800 euro.

«Ce li hanno fregati quei soldi, non tornano più indietro», si sfogava con il fratello Gaetano, che l’ha trovato esanime nella sua camera da letto. Accanto al corpo, un biglietto d’addio. La spiegazion­e per i familiari: «Sto troppo male». La richiesta in vista dei funerali: «Niente prediche in chiesa, solo un ringraziam­ento ai presenti». La raccomanda­zione per i suoi cani: «I soldi ci sono».

Già, perché Bedin avrebbe avuto ancora 200 mila euro sul conto. «Schei xè schei», i quattrini sono quattrini, ribatteva però il 69enne, angosciand­osi per le cure che avrebbe dovuto affrontare per alcuni suoi problemi di salute.

Il procurator­e Antonino Cappelleri, a capo dell’inchiesta sulla passata gestione di Bpvi che vede indagato anche l’ex presidente Gianni Zonin, manda un messaggio agli azionisti: «Stiamo facendo di tutto per fare chiarezza». Ora il Codacons gli chiede di procedere pure per istigazion­e al suicidio.

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