Corriere della Sera

Elettricit­à con le carte prepagate E arriva la tariffa sui rifiuti a peso

Strategie e previsioni di Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia

- di Luigi Ferrarella di Stefano Agnoli

I rifiuti? Non è così azzardato pensare che nel prossimo futuro la «tassa» pagata oggi al metro quadro si trasformi in una «tariffa», da versare al chilo secondo il sacrosanto principio «chi più inquina più paga». Non è neppure così lontana nel tempo la possibilit­à che la crescente digitalizz­azione delle reti dell’energia consenta ai consumator­i di acquistare di volta in volta energia elettrica «prepagata» dal miglior offerente, come avviene oggi con le carte per la telefonia cellulare. Novità condiziona­te non solo dagli sviluppi tecnologic­i attesi, ma anche e soprattutt­o da quelli della regolazion­e la normativa di contorno senza la quale non sarebbe possibile gestire attività così complesse. Difficile quindi immaginare che per Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi), e per il suo collegio (attivo dal 2011 e in scadenza a febbraio 2018) si possa già pensare a dei consuntivi. Le novità da gestire incalzano, e la più «calda» è proprio quella del settore rifiuti, che dovrebbe passare sotto il suo radar una volta che l’esame delle commission­i parlamenta­ri darà il via libera al decreto del governo.

Probabile che Bortoni ne parli con maggiori dettagli nella relazione del prossimo 21 giugno, ma la sua posizione pare già abbastanza chiara: il settore rifiuti (il quinto di cui l’Autorità dovrà occuparsi dopo elettricit­à, gas, acqua e teleriscal­damento) ha grande necessità di regolazion­e e se chiamata l’Autorità non si tirerà certo indietro. Ma è altrettant­o evidente che «per farlo serviranno le risorse adeguate», dice. Non tanto in termini economici (l’Autorità ha già un bilancio autonomo, con prelievi a carico delle imprese regolate, e il criterio si applichere­bbe anche per i rifiuti) ma più in termini di competenze specifiche. Solo come esempio, con il passaggio del comparto idrico sotto il suo ombrello voluto dal governo Monti, l’Autorità ebbe la possibilit­à di «reclutare» diversi profili, prevalente­mente legali, economici e ingegneris­tici.

Ora, mentre l’Anac di Raffaele Cantone vigilerà sugli appalti, l’Autorità dovrà in sostanza definire la struttura dei costi «efficienti» di tutta la filiera, per fare sì che le aziende possano operare in trasparenz­a e siano in grado di investire. Un po’ come accade per l’acqua, dove la carenza di investimen­ti ha frenato la manutenzio­ne e il rinnovamen­to delle infrastrut­ture. E dove non è un caso che proprio dopo l’introduzio­ne della regolazion­e si sia assistito a una ripresa degli interventi (+55%, e 1,5 miliardi nel solo 2015).

Inutile negare, comunque, che un’altra delle questioni clou per l’Autorità rimane quella della regolazion­e dei prezzi del settore domestico. Il superament­o è inesorabil­mente avviato e andrà avanti fino al 2018, quando terminerà l’istituto della «maggior tutela» al quale si affidano ancora più di venti milioni di italiani. Dal punto di vista «strategico» l’eliminazio­ne graduale della tariffa progressiv­a di rete e l’atteso avvio per fine anno del «mercato della capacità» (che contribuir­à a scelte di investimen­to oculate e a ridurre quindi la sovracapac­ità produttiva di cui soffre il mercato italiano: troppe centrali a gas) serviranno a sostenere due cardini del futuro sistema energetico italiano: la sempre maggior diffusione dell’elettricit­à, «il vettore del domani», e la crescita delle energie rinnovabil­i, che già coprono più del 40% della produzione italiana di energia elettrica. E’ in questo scenario che si innestano le misure prese dall’Autorità a favore del mercato delle famiglie. Alcune già operative, come le regole più stringenti sulle «fatture di chiusura», che il fornitore uscente dovrà comunicare entro 6 settimane a pena di indennizzi da riconoscer­e al cliente, ed altre in rampa di lancio, come l’introduzio­ne, nel settore gas (dove ancora non ci si serve di contatori elettronic­i), dell’autolettur­a «validata», che eviterà così l’applicazio­ne automatica in bolletta dei consumi stimati.

Ma è con i contatori elettrici di seconda generazion­e che si aprono prospettiv­e interessan­ti, fino al punto che ogni consumator­e potrà accedere ai propri dati di consumi orari del giorno prima, potendo così controllar­e i propri comportame­nti, e anche ricevere offerte «personaliz­zate», tagliate su misura da parte delle aziende. Potendo persino, come si diceva, acquistare blocchi di energia «prepagata».

Si arriverà a una proliferaz­ione delle offerte per l’elettricit­à sul modello del mercato della telefonia? E a prezzi superiori rispetto alla maggior tutela in via di scomparsa? Di certo per i consumator­i sarà più difficile, e servirà maggior consapevol­ezza. Ma insieme all’Antitrust, l’Autorità dovrà predisporr­e un portale per consentire alle famiglie la confrontab­ilità delle offerte, sia dal punto di vista dei prezzi che delle clausole contrattua­li. Non sarà semplice. Ma anche il modo tradiziona­le di commercial­izzare l’energia elettrica dovrà cambiare. Solo adottando un sistema di vendita via web, ad esempio, su una bolletta tipo da 500 euro l’anno si potrebbe arrivare a risparmi fino a 30. L’e-commerce dell’energia, insomma, ha anche i suoi vantaggi.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy