Elettricità con le carte prepagate E arriva la tariffa sui rifiuti a peso
Strategie e previsioni di Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia
I rifiuti? Non è così azzardato pensare che nel prossimo futuro la «tassa» pagata oggi al metro quadro si trasformi in una «tariffa», da versare al chilo secondo il sacrosanto principio «chi più inquina più paga». Non è neppure così lontana nel tempo la possibilità che la crescente digitalizzazione delle reti dell’energia consenta ai consumatori di acquistare di volta in volta energia elettrica «prepagata» dal miglior offerente, come avviene oggi con le carte per la telefonia cellulare. Novità condizionate non solo dagli sviluppi tecnologici attesi, ma anche e soprattutto da quelli della regolazione la normativa di contorno senza la quale non sarebbe possibile gestire attività così complesse. Difficile quindi immaginare che per Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi), e per il suo collegio (attivo dal 2011 e in scadenza a febbraio 2018) si possa già pensare a dei consuntivi. Le novità da gestire incalzano, e la più «calda» è proprio quella del settore rifiuti, che dovrebbe passare sotto il suo radar una volta che l’esame delle commissioni parlamentari darà il via libera al decreto del governo.
Probabile che Bortoni ne parli con maggiori dettagli nella relazione del prossimo 21 giugno, ma la sua posizione pare già abbastanza chiara: il settore rifiuti (il quinto di cui l’Autorità dovrà occuparsi dopo elettricità, gas, acqua e teleriscaldamento) ha grande necessità di regolazione e se chiamata l’Autorità non si tirerà certo indietro. Ma è altrettanto evidente che «per farlo serviranno le risorse adeguate», dice. Non tanto in termini economici (l’Autorità ha già un bilancio autonomo, con prelievi a carico delle imprese regolate, e il criterio si applicherebbe anche per i rifiuti) ma più in termini di competenze specifiche. Solo come esempio, con il passaggio del comparto idrico sotto il suo ombrello voluto dal governo Monti, l’Autorità ebbe la possibilità di «reclutare» diversi profili, prevalentemente legali, economici e ingegneristici.
Ora, mentre l’Anac di Raffaele Cantone vigilerà sugli appalti, l’Autorità dovrà in sostanza definire la struttura dei costi «efficienti» di tutta la filiera, per fare sì che le aziende possano operare in trasparenza e siano in grado di investire. Un po’ come accade per l’acqua, dove la carenza di investimenti ha frenato la manutenzione e il rinnovamento delle infrastrutture. E dove non è un caso che proprio dopo l’introduzione della regolazione si sia assistito a una ripresa degli interventi (+55%, e 1,5 miliardi nel solo 2015).
Inutile negare, comunque, che un’altra delle questioni clou per l’Autorità rimane quella della regolazione dei prezzi del settore domestico. Il superamento è inesorabilmente avviato e andrà avanti fino al 2018, quando terminerà l’istituto della «maggior tutela» al quale si affidano ancora più di venti milioni di italiani. Dal punto di vista «strategico» l’eliminazione graduale della tariffa progressiva di rete e l’atteso avvio per fine anno del «mercato della capacità» (che contribuirà a scelte di investimento oculate e a ridurre quindi la sovracapacità produttiva di cui soffre il mercato italiano: troppe centrali a gas) serviranno a sostenere due cardini del futuro sistema energetico italiano: la sempre maggior diffusione dell’elettricità, «il vettore del domani», e la crescita delle energie rinnovabili, che già coprono più del 40% della produzione italiana di energia elettrica. E’ in questo scenario che si innestano le misure prese dall’Autorità a favore del mercato delle famiglie. Alcune già operative, come le regole più stringenti sulle «fatture di chiusura», che il fornitore uscente dovrà comunicare entro 6 settimane a pena di indennizzi da riconoscere al cliente, ed altre in rampa di lancio, come l’introduzione, nel settore gas (dove ancora non ci si serve di contatori elettronici), dell’autolettura «validata», che eviterà così l’applicazione automatica in bolletta dei consumi stimati.
Ma è con i contatori elettrici di seconda generazione che si aprono prospettive interessanti, fino al punto che ogni consumatore potrà accedere ai propri dati di consumi orari del giorno prima, potendo così controllare i propri comportamenti, e anche ricevere offerte «personalizzate», tagliate su misura da parte delle aziende. Potendo persino, come si diceva, acquistare blocchi di energia «prepagata».
Si arriverà a una proliferazione delle offerte per l’elettricità sul modello del mercato della telefonia? E a prezzi superiori rispetto alla maggior tutela in via di scomparsa? Di certo per i consumatori sarà più difficile, e servirà maggior consapevolezza. Ma insieme all’Antitrust, l’Autorità dovrà predisporre un portale per consentire alle famiglie la confrontabilità delle offerte, sia dal punto di vista dei prezzi che delle clausole contrattuali. Non sarà semplice. Ma anche il modo tradizionale di commercializzare l’energia elettrica dovrà cambiare. Solo adottando un sistema di vendita via web, ad esempio, su una bolletta tipo da 500 euro l’anno si potrebbe arrivare a risparmi fino a 30. L’e-commerce dell’energia, insomma, ha anche i suoi vantaggi.