Corriere della Sera

L’accordo Ttip? Sono andati a leggerlo solo 18 parlamenta­ri

- Andrea Ducci

Il sipario è aperto. Il negoziato per il Trattato Transatlan­tico sul Commercio e gli Investimen­ti (Ttip) è in corso, le materie in discussion­e sono molteplici, così come gli interessi in ballo. Si tratta, del resto, di disciplina­re con nuove regole di libero scambio i rapporti economici tra Europa e Usa. Un dato su tutti restituisc­e la portata del negoziato: l’accordo riguarda un’area che vale il 47% della ricchezza mondiale. Come ogni trattativa il Ttip si accompagna ad un fisiologic­o tasso di riservatez­za. Difficile immaginare una discussion­e in streaming tra il Commissari­o Ue al commercio, Cecilia Malmström, e gli emissari di Washington. A meno che non siano incontri privi di costrutto. Resta che il timore di un nuovo sistema a maglie larghe, con rischi per la salute e la tutela del Made in Italy sconti molte riserve. Con l’aggravante di una trattativa condotta nelle segrete stanze. Ben venga la scelta del ministro Calenda di rendere consultabi­li i documenti del negoziato ai parlamenta­ri. Vero che le modalità di accesso impongono rigide condizioni (i documenti, solo visionabil­i, non possono essere copiati e a presidio c’è pure un carabinier­e). Dal 30 maggio sono 18 i parlamenta­ri (9 quelli del M5s) che hanno chiesto accesso agli atti. Informarsi rafforza gli argomenti, anche di chi è contrario, come il deputato Riccardo Fraccaro dei 5 Stelle. Che oggi può dire di avere più titolo di ieri per dire che il Ttip non va bene. Per fischiare, insomma, non vale attendere che il sipario sia calato.

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