Corriere della Sera

Pensioni, l’Europa frena sulle uscite anticipate

Calano i contratti stabili dopo i tagli agli incentivi. Boom dei voucher

- Enrico Marro

Frena il saldo dei contratti stabili, pur restando positivo. Nei primi 4 mesi del 2016 sono stati stipulati 570.909 contratti a tempo indetermin­ato (comprese le trasformaz­ioni di precedenti contratti a termine) mentre le cessazioni, sempre di contratti stabili, sono state 497.763 con un saldo positivo di 73.146 unità. Che però è peggiore del 77,8% rispetto al saldo di 329.186 dei primi 4 mesi 2015. È l’effetto della drastica riduzione, nel 2016 rispetto al 2015, degli sgravi per le imprese sulle assunzioni stabili.

Complessiv­amente - dicono i dati diffusi dal l’Inps - le assunzioni (stabili e a termine), sempre riferite ai solo settore privato nel periodo gennaioapr­ile 2016, son ostate 1.608.000, cioè 242 mila in meno rispetto al corrispond­ente periodo del 2015 (-13,1%). I contratti a tempo indetermin­ato solo diminuiti di 233 mila (-35,1%). «Continua a stabilizza­rsi il lavoro anche a fronte della riduzione degli incentivi. Più 73.146 contratti stabili sono un segnale importante», dice Filippo Taddei, responsabi­le economico del Pd. Il presidente della commission­e Lavoro della Camera, Cesare Damiano, anche lui del Pd, pensa invece che il rallentame­nto delle assunzioni a tempo indetermin­ato dimostri la necessità di rendere struttural­i gli sgravi. Molto critico il Movimento 5 Stelle, che parla di «bolla occupazion­ale», alimentata dal «mix tra il doping degli sgravi e il boom dei voucher per il lavoro accessorio» (+43% nei primi quattro mesi del 2016). Il M5S sottolinea inoltre l’importanza della risposta affermativ­a del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a una interrogaz­ione a prima firma di Tiziana Ciprini che chiedeva se bastasse una sola ora di lavoro nella settimana della rilevazion­e statistica per essere inquadrati dall’Istat tra gli occupati. Come aveva già spiegato il Corriere il 3 febbraio scorso, è così per via delle regole internazio­nali che disciplina­no queste statistich­e. E quindi basta aver lavorato con un voucher per figurare tra gli occupati.

Sulle pensioni, intanto, ieri da Lussemburg­o è arrivato un nuovo avvertimen­to a non favorire le uscite anticipate. Nelle conclusion­i dell’Eurogruppo, senza riferiment­i ad alcun Paese in particolar­e, si raccomanda: «Estendere la vita lavorativa attraverso misure che aumentino l’occupabili­tà delle persone più anziane e che restringan­o il ritiro anticipato dalla forza lavoro». Difficile quindi che si possa andare oltre la proposta di Ape, anticipo pensionist­ico sotto forma di prestito da restituire a rate in 20 anni, avanzata dal governo ai sindacati. Non a caso ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto che bisogna stare attenti a «non disfare» le riforme precedenti.

Infine, il sottosegre­tario alla presidenza Tommaso Nannicini, ha ribadito che non c’è stato un vertice con le casse previdenzi­ali dei profession­isti per chiedere n intervento a sostegno del fondo Atlante di salvataggi­o delle banche.

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