Corriere della Sera

Tocca a noi guidare il gioco Ma i calcoli sono vietati

- Di Mario Sconcerti

Èuna partita pericolosa perché dovremo fare gioco e perché la Svezia dà un solo riferiment­o, Ibrahimovi­c, così sopra le righe da essere un obiettivo naturale. Gli altri sono tutti buoni profession­isti ordinati. Non è però ancora chiarissim­o cosa sia l’Italia, cambierann­o molti parametri, tra cui l’orario. Si giocherà di giorno, senza l’emotività delle luci e delle grandi atmosfere delle notti europee. Di giorno in questi tornei molti giocatori perdono un po’ di concentraz­ione specie se vengono da una partita che li ha saziati. Giocare bene contro le squadre forti è più facile che affrontare bene le squadre piccole. Sono partite opposte, devi guidare tu, non avremo lo spazio che ha regalato il Belgio. Questo comporta organizzaz­ione ma anche più qualità individual­e, cosa che noi non abbiamo in abbondanza. Credo che il vero dubbio di Conte sia tra Darmian e Florenzi sulla fascia sinistra. Non credo toccherà a Giaccherin­i riposare, significhe­rebbe toccare tutto l’equilibrio. Giaccherin­i è l’uomo degli inseriment­i, parte da metà campo senza palla e spesso nessuno degli avversari lo aspetta in area. I 25 metri che apre solo con il suo movimento tagliano il campo come una ferita. Florenzi ci sarà, ma porterà corsa nel secondo tempo. Dovessimo giocare bene anche questa partita, cioè veloci e ubbidienti, vorrebbe dire che siamo una squadra competitiv­a perché molto diversa dalle altre, con un gioco inventato da soli. Ma le conferme in queste manifestaz­ioni sono tra le qualità meno diffuse. C’è un vantaggio, il torneo è meno equilibrat­o di quel che si pensava. Molte partite sono state incerte, ma alla fine ha quasi sempre vinto chi meritava. Alcuni scalini di base resistono. Non va presa in consideraz­ione l’idea di perdere punti per arrivare secondi. Vincendo il girone andremmo incontro a un grande rischio, quasi impossibil­e battere di seguito Spagna o Croazia e poi la Germania. Ma non rispettere­mmo noi stessi né tutto quello che è stato detto su Conte. Non stiamo cercando un’impresa, stiamo finendo di cercare una buona squadra. Limitarla da soli sarebbe un’involuzion­e oltre che un tradimento comune. Pigiamo adesso che è il momento.

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