Corriere della Sera

Terim ce l’ha anche con la sua Turchia

Affronta la favorita Spagna prendendos­ela con chi lo critica: «Una cosa disgustosa»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Luca Valdiserri

«Quando vince è la squadra della nazione, quando perde è la mia squadra». Passa il tempo, ma l’Imperatore è sempre uguale. Fatih Terim, 62 anni, è al terzo mandato sulla panchina della Turchia e ha già capito che aria tira. La sconfitta con la Croazia ha messo la sua squadra in una posizione difficile e stasera c’è la Spagna. «Un pareggio andrebbe benissimo, per giocarci tutto contro la Repubblica Ceca all’ultima giornata. Il modo in cui la stampa turca si è scagliata contro di noi La Croazia per garantirsi gli ottavi dopo l’1-0 (rete di Modric) sulla Turchia, la Repubblica Ceca per riaprire le speranze dopo la sconfitta di misura (gol di Piqué nel finale) contro la Spagna. Nell’«inferno verde» di Saint Etienne si gioca molto del futuro del gruppo D e dell’eventuale seconda forza che incontrere­bbe gli azzurri in caso di primo posto dell’Italia. «È la partita chiave anche per noi — assicura l’interista e faro croato Brozovic — e dobbiamo giocare come abbiamo fatto contro la è stato disgustoso. Venivamo da 15 partite senza sconfitte, ma non aspettavan­o altro per attaccarci. Mi viene da ridere se penso a come si giudica il calcio. Hanno scritto che, dopo il gol di Modric, un mio giocatore ha pensato a mettersi a posto i capelli. Noi, invece, lottiamo sempre».

Vicino a lui c’è Arda Turan, che esce da una stagione travagliat­a al Barcellona, dove Luis Enrique lo ha utilizzato poco (18 presenze, ma solo 9 da titolare in Liga, 2 gol): «In Nazionale gioco in un ruolo diverso, ho più responsabi­lità offensive». Polemico Fatih Terim, c.t. della Turchia (Getty Images) Turchia. Attenzione però ai cechi: con la Spagna hanno dimostrato un’ottima organizzaz­ione». «I nostri giovani devono esibire più sicurezza se vogliamo fare del male agli avversari», ammonisce Rosicky, uomo di punta della Repubblica Ceca che cercherà il riscatto anche per onorare il padre del capitano Srna, morto proprio nel giorno della gara contro la Spagna. «Cercherò di vincere per lui, come avrebbe desiderato», ha garantito Srna. Gli chiedono una risposta in spagnolo, per una tv, e lui continua a parlare in turco, anche se da cinque anni gioca nella Liga. Con l’Atletico del Cholo Simeone non sapere la lingua non era un problema, con il calcio di Luis Enrique sì.

Chi non sembra avere pensieri è Vicente Del Bosque, che si coccola Iniesta: «Nemmeno un Pallone d’oro vale tanto quanto la stima dei tuoi compagni». Sì, perché anche se è incredibil­e, don Andres non ha mai vinto un Pallone d’oro. La Spagna, al 99%, confermerà la stessa squadra che ha battuto la Repubblica Ceca. A Del Bosque piace andare sul sicuro: «Mi chiedete tutti del turn-over, ma prima bisogna vincere le partite e mettere al sicuro la qualificaz­ione. Poi ci sarà tempo, tra la prima e la seconda fase, per riposarci». Morata, che fonti spagnoli danno fortemente intenziona­to a provare l’avventura in Premier League, avrà una nuova chance per lasciare il segno in una squadra che continua a giocare molto bene ma che in attacco raccoglie molto meno di quello che costruisce.

Terim Si sono scagliati contro di noi per la sconfitta con la Croazia Oggi basta un pareggio

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