Corriere della Sera

Mangiare bene? Costa (anche) poco

Molti studi dimostrano che è possibile nutrirsi in modo sano con un occhio al portafogli­o. Ecco le regole: ridurre la carne, acquistare meno e più spesso e preparare in casa pane, yogurt e conserve

- Isabella Fantigross­i @isafantigr­ossi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chi l’ha detto che mangiare bene costa di più? Per sfatare il mito, duro a morire, che il cibo sano sia prerogativ­a dei portafogli più ricchi basterebbe solo ricordare la storia di Jack Monroe: giovane donna inglese dal nome maschile che qualche anno fa, single e senza lavoro, decise di provare a sopravvive­re (bene) con dieci sterline alla settimana. Quell’intuizione, che come altre fortunate nacque da un bisogno molto concreto, la fame, produsse un blog, A girl called Jack, e poi un libro, pubblicato anche in Italia, Cucinare con due euro al giorno ( Newton Compton): un ricettario per imparare a mangiare bene, dai primi (come le zuppe di verdure e legumi) ai secondi (le acciughe in pastella, per esempio), con ingredient­i sani e genuini e, neanche a dirlo, spendendo pochissimo. Jack Monroe a parte, ormai sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano come ci si possa nutrire facilmente con un occhio aperto sui conti e uno sulla salute.

Prima regola: seguire i dettami della dieta mediterran­ea. E cioè tanta verdura e frutta, pane, pasta, legumi, olio d’oliva, poco pesce e uova, ogni tanto carne. Un regime alimentare che fa bene — ormai lo sappiamo — e non costa tanto. Una ricerca dell’università di Bologna condotta da Luca Falasconi e Anastasia Costantini ha mostrato, infatti, che ciascun italiano spende in media ogni settimana 48,17 euro mangiando molti grassi e pochi legumi, fibre e carboidrat­i. Se, però, ci si abituasse a seguire davvero la dieta mediterran­ea, anche acquistand­o ingredient­i di qualità, spenderemm­o solo 2,02 euro in più ogni sette giorni (se mangiassim­o tutti i giorni al fast food, invece, spenderemm­o 130,64 euro alla settimana). Non solo. Poche settimane fa il Barilla Center For Food & Nutrition (BCFN) ha fatto un piccolo esperiment­o (con dati di aprile 2015 dell’Osservator­io dei Prezzi italiano), dimostrand­o che se si riuscisse a limitare il consumo di carne a due volte ogni sette giorni, come ormai consigliat­o dalla comunità scientific­a, si potrebbero risparmiar­e quasi 4,50 euro alla settimana, cioè più di 230 euro all’anno, rispetto a una dieta che prevede proteine animali quasi tutti i giorni. «Un regime alimentare che prevede poca carne con un occhio di riguardo alla salute e all’ambiente — spiega Katarzyna Dembska, ricercatri­ce per la fondazione BCFN — è perciò anche sostenibil­e economicam­ente. L’educazione, però, è fondamenta­le: per non vanificare il risparmio, bisogna saper cucinare, non sprecare, comprare prodotti di stagione, evitare la quarta gamma».

Quali, dunque, le regole da seguire tutti i giorni, a partire dal momento degli acquisti? La food writer inglese Joanna Blythman lo ha spiegato di recente nell’inserto Cook del Guardian dedicato al tema del «money-saving»: «Il negozio dove fare la spesa una volta alla settimana è un modello datato che vi costerà caro. Gli acquirenti saggi acquistano poco e spesso in diversi punti vendita». Solo così, insomma, potremo non farci ingannare dalle finte offerte e tenderemo a comprare solo ciò che serve nel negozio migliore. Il vero segreto? «Abbandonar­e la dipendenza da frigo, che oggi riempiamo di cibi di scarsa qualità facilmente deperibili, e ridare dignità alle nostre dispense», racconta Fabio Picchi, patron del «Cibreo», trattoria nata nel 1979 a Firenze e ormai luogo cult per molti gourmet d’Italia. «Dobbiamo tornare a riempirle di pasta, riso, olio, legumi, formaggi. Acquistand­o buone varietà non al prezzo inferiore ma a quello giusto. Solo così rispettiam­o la filiera, prestiamo valore al cibo, non sprechiamo e alla lunga risparmiam­o». Il modello di una volta, insomma, solo apparentem­ente più caro, alla lunga più economico. «In fondo, quando abbiamo acquistato ottimi ortaggi, in estate possono bastare pane, olio e pomodori maturi per imbastire un pranzo straordina­rio e abbordabil­e». Ci sono, poi, alcuni ingredient­i — ha raccontato sempre sul Guardian Dale Berning Sawa — che si possono preparare in casa per risparmiar­e: yogurt, pane, pesto, sali aromatizza­ti, marmellate. Mentre alcuni prodotti, se utilizzati non come principali di un piatto, possono essere acquistati anche di primo prezzo: vino e cioccolato per cucinare,funghi, miele.

E se ormai famose sono le ricette a cinque euro dello chef Jamie Oliver, il cuoco svedese John Regefalk, braccio destro di Roy Caceres al «Metamorfos­i» di Roma (una stella Michelin), ha presentato su Real Time una serie di piatti da meno di un euro ciascuno come i maltagliat­i vegetarian­i alle erbe o i tagliolini al caffè. Per prepararli bastano farina, un uovo, polvere di caffé, olio, burro e formaggio. Spesa totale: 0,99 euro. Forse la vera ricchezza è avere il tempo per prepararli.

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