Corriere della Sera

Cacic il «saggio» sa come domare Ronaldo

Il c.t. della Croazia che stronca gli hooligans deciso a fermare il portoghese: «Va limitato nei movimenti»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Lens, ore 21 Paolo Tomaselli

Ci sono due squadre che possono sognare in grande, grazie all’amico tabellone. Ci sono campioni da Clásico, come Ronaldo, Modric e Rakitic. Mestierant­i di mille battaglie come Srna, Corluka, Carvalho e Pepe. Giovani fenomeni come Pjaca o Sanches. Giocatori in stato di grazia come Perisic. E poi c’è lui: Ante Cacic, commissari­o tecnico quasi per caso, che adesso chiamano «il saggio», perché sta domando un cavallo di razza come questa Croazia. Sempre nel dubbio però che le cose funzionino grazie a una sorta di autogestio­ne, col c.t. spettatore non pagante della vittoria con la Spagna e ora di questo ottavo di finale contro il Portogallo. Animato dal mitico c. t. del bronzo al Mondiale 1998, Miroslav Blazevic, che sul giornale Slobodna Dalmacija ha accusato gli avversari di oggi: «di aver comprato gli arbitri in tante partite che ho affrontato: odio i portoghesi per questo dal 1982».

Cacic non può dire altrettant­o, perché la sua esperienza internazio­nale è iniziata lo scorso settembre, al posto di Kovac. Il c.t. coi baffoni ha alternato il mestiere di allenatore in serie minori a quello di riparatore di televisori, ha lavorato con l’under 21 della Libia e a Zagabria, centro di potere di questa Nazionale a scacchi biancoross­i, che vive col terrore degli hooligans di Spalato e delle loro gesta. Cacic li ha attaccati duramente dopo gli incidenti nella partita contro la Repubblica Ceca, dimostrand­o di saper gestire le situazioni calde. Limitare Ronaldo è senz’altro una di queste: «Dobbiamo evitare che faccia quello che ha fatto contro l’Ungheria. Il Portogallo non meritava il terzo posto perché ha campioni veri. Ma la mia Croazia ha grandi ambizioni: vogliamo andare avanti il più possibile».

Dietro i baffi e gli occhiali forse c’è davvero un c.t. che sa guidare la macchina potente che gli hanno dato, ma molto dipenderà dal recupero di Modric, in forse come Mandzukic: la Croazia e soprattutt­o il Portogallo non hanno due difese di ferro, ma la seleção finora è la squadra più imprecisa dell’Europeo (69 tiri per 4 gol). Anche per questo l’ingegnere Fernando Santos ha l’espression­e sempre più contrita: la sua truppa è qui per la propria inadeguate­zza, che l’ha costretta al terzo posto in un girone bello e sfortunato visto che le altre, Ungheria e Islanda, hanno incrociato Belgio e Inghilterr­a. Cristiano si è svegliato a Lione e ha segnato (anche con un gol di tacco) una doppietta all’Ungheria, riacciuffa­ndo per i capelli il sogno di una nuova finale, dopo quella persa tra le lacrime contro la Grecia nel 2004.

Il Portogallo è arrivato in ritardo anche ieri allo stadio, a causa del traffico che ha bloccato l’autobus rosso e verde nella minuscola Lens. Se Ronaldo comincia a prendere velocità il suo Europeo però potrebbe non finire stasera: «Ma Cristiano non può vincere senza squadra» gli ricorda Rakitic, in una delle sette lingue che parla. Proprio per questo Santos cerca di rianimare il

Arbitri

L’ex allenatore Blazevic: «I portoghesi hanno sempre comprato gli arbitri»

centrocamp­o, dove Moutinho finora ha deluso e dove potrebbe giocare dall’inizio il 18enne fenomeno Sanches, già preso dal Bayern di Ancelotti. Per vincere la prima partita, l’unica che conta davvero, servirebbe l’antica voglia portoghese di scoprire qualcosa di nuovo. Prima che ci riescano i croati.

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