Corriere della Sera

Sfida sulle banche tra Roma e Berlino Renzi: noi in regola

Norme sui salvataggi, Merkel frena l’Italia

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

Da Bruxelles, affiora lo scontro tra la cancellier­a tedesca Angela Merkel e Matteo Renzi su come affrontare le conseguenz­e negative di Brexit sull’economia e i sistemi bancari, segnalate dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Il premier: noi in regola. Sotto esame in luglio i deficit di Spagna e Portogallo

Il Consiglio dei capi di Stato e di governo, riunitosi per la prima volta senza la Gran Bretagna, è apparso unito nel rinviare le decisioni sull’uscita di Londra dall’Ue a un summit straordina­rio del 16 settembre prossimo a Bratislava. Ma, dal vertice a Bruxelles, è emersa una divergenza tra la cancellier­a tedesca Angela Merkel e il premier Matteo Renzi su come affrontare le possibili conseguenz­e negative di Brexit sull’economia e i sistemi bancari nazionali, segnalate ai leader Ue dal presidente della Bce Mario Draghi. In più la Commission­e Ue in luglio potrebbe bocciare i maxi deficit di Spagna e Portogallo. A ottobre va in valutazion­e il maxi debito pubblico dell’Italia.

Merkel, rispondend­o sulle banche italiane, ha escluso che Brexit possa consentire di ottenere più flessibili­tà di spesa. «Credo che il patto di Stabilità abbia al suo interno abbastanza flessibili­tà anche nell’attuale situazione — ha detto —. Sull’Unione bancaria abbiamo stabilito regole specifiche. Non possiamo tirarne fuori nuove ogni due anni».

Renzi ha replicato polemicame­nte che l’Italia non ha chiesto una revisione delle regole «cambiate l’ultima volta nel 2003 per consentire a Germania e Francia di sforare il tetto del 3% sul deficit». Ha ricordato che «allora il governo Berlusconi accettò di violare le regole per fare un favore alla

Francia e alla Germania». E che «il problema delle banche doveva essere affrontato in passato», quando non c’erano gli attuali limiti sugli aiuti di Stato. Ha chiamato in causa anche i governi di Mario Monti e di Enrico Letta (con Fabrizio Saccomanni all’Economia), riferendos­i a vari accordi accettati con Bruxelles. Il Fiscal Compact, l’Unione bancaria (senza garanzia dei depositi) o gli aiuti Ue alle banche tedesche e francesi esposte nei Paesi a rischio sono risultati vantaggios­i per la Germania e penalizzan­ti per l’Italia, colpita da anni di recessione, impoverime­nto e conseguent­e crescita dei crediti bancari non esigibili. «La Germania ha messo 247 miliardi di euro per salvare le proprie banche, mentre i premier italiani, pur potendo, non lo hanno fatto», ha accusato Renzi, garantendo di essere comunque «nelle condizioni per proteggere i denari dei correntist­i e dei cittadini». Anche perché, nonostante Merkel e le riserve della Commission­e europea, intende «ricapitali­zzare ulteriorme­nte» il fondo Atlante per le banche in difficoltà, che «ha dato risposte molto importanti».

Renzi ha detto di aver difeso Spagna e Portogallo. E ha criticato il fatto che «l’atteggiame­nto tipico di fronte alla Brexit» sia di «pensare alle ricadute per l’Italia», mentre «la preoccupaz­ione ora deve essere fare l’Europa più sociale, degli asili nido e dello sviluppo» perché la sfiducia nell’Ue dilaga dove c’è «disoccupaz­ione».

Merkel Credo che il patto di Stabilità abbia abbastanza flessibili­tà anche nell’attuale situazione Sulle banche abbiamo regole specifiche Renzi Le regole sono state cambiate nel 2003 quando il governo Berlusconi accettò le modifiche per fare un favore a Parigi e Berlino La road map per Londra sarà decisa in un vertice straordina­rio il 16 settembre a Bratislava

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Il premier Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 41 anni, ieri al suo arrivo al vertice europeo di Bruxelles

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