L’economista Papademos: «L’Unione bancaria non va, le regole sono incomplete»
L’ex Bce sull’eccessivo uso del bail-in: rischio instabilità
«Restiamo in Europa» Manifestanti anti-Brexit davanti al Parlamento britannico a Londra (Jeff Mitchell / Getty Images) salvataggi bancari. Dunque contraria alle richieste presentate dall’Italia in questi giorni. E anche se Coeuré non ha fatto riferimenti espliciti alla posizione del governo di Matteo Renzi, tutti a Sintra hanno ricollegato le sue parole al negoziato in corso in quel momento a Bruxelles.
Questo non significa che il francese abbia espresso così la posizione della Bce. Altri esponenti dell’esecutivo, dal vicepresidente portoghese Vítor Constâncio al capo economista belga Peter Praet, sono sicuramente molto più aperti a considerare un’applicazione meno dogmatica delle norme dell’Unione bancaria. Non dimenticano che la situazione sul mercato resta delicata e dopo il referendum britannico alcune banche hanno perso oltre il 40% in Borsa, non solo in Italia.
Anche Lukas Papademos, l’economista greco che per otto anni è stato vicepresidente della Bce, non nasconde le sue riserve sul sistema del bail-in. In una conversazione con il Corriere a margine del Forum di Sintra, lo dice chiaramente: «La vigilanza unica della Bce sulle banche è efficiente e sta funzionando — premette Papademos —. Ma il sistema di risoluzione delle banche in dissesto sta entrando in vigore solo molto gradualmente a causa di due problemi». Il primo, dice, è il fatto che ancora non esiste un fondo comune europeo per gestire le crisi bancarie e lo si sta costruendo solo gradualmente. Ma l’altro problema, secondo Papademos, riguarda proprio il bailin: l’ingranaggio che in teoria deve scattare ogni volta che c’è un intervento pubblico su una banca. L’impatto potenzialmente destabilizzante delle sforbiciate sui risparmi di obbligazionisti e depositanti fa sì che si preferisca rinviare troppo a lungo la soluzione dei problemi delle banche in difficoltà. «Si sta mettendo troppa enfasi sul bail-in — sostiene Papademos —. In linea di principio è giusto che chi investe in una banca sappia che rischia di perdere il proprio denaro, questo crea disciplina e porta i risparmiatori a scegliere gli istituti più solidi. Ma un eccesso nell’uso di queste regole europee può portare a produrre ancora più instabilità finanziaria».
Papademos sembra riferirsi al rischio che il sacrificio di alcuni risparmiatori induca altri a ritirare i propri fondi da altre banche, così aggravando le difficoltà di un intero settore. A maggior ragione perché per adesso non c’è nell’Unione bancaria un’assicurazione comune sui depositi. «Questa è un’architettura che resta da completare » , dice Papademos.