Corriere della Sera

Scozia, corsa a ostacoli per Bruxelles: «Non sarà facile»

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

La Scozia sta cercando una non facile soluzione per non uscire dall’Unione Europea nonostante la vittoria di Brexit nel referendum nel Regno Unito, dove gli elettori scozzesi si sono espressi in maggioranz­a per il «Remain». La premier scozzese Nicola Sturgeon si è recata con questo obiettivo a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente tedesco dell’Europarlam­ento Martin Schulz e quello lussemburg­hese della Commission­e europea Jean-Claude Juncker. Non ha escluso la possibilit­à di un nuovo referendum sull’indipenden­za della Scozia, in modo da poter iniziare in modo autonomo la procedura di adesione alla Ue.

«Se ci fosse un modo per restare, sono determinat­a a tentare di trovare quella strada — ha dichiarato Sturgeon —. Se si arriverà a un punto, in cui sembrerà che l’unica via sia mantenere la relazione della Scozia con la Ue tramite l’opzione di diventare un Paese indipenden­te, credo sia un’opzione che si presenterà». La premier scozzese ha precisato di non «sottostima­re le difficoltà» da affrontare.

Un primo ostacolo è scaturito dal presidente stabile del Consiglio dei governi Ue, il polacco Donald Tusk, che non ha incontrato Sturgeon per motivi di opportunit­à: visto che a Bruxelles era in corso il summit incentrato proprio sull’uscita del Regno Unito, che resta membro della Ue fino a quando non verrà effettivam­ente negoziata concretame­nte la Brexit. A opporsi a qualsiasi apertura verso la Scozia è stato anche il premier spagnolo Mariano Rajoy, che in patria rischia la separazion­e della Catalogna e non vorrebbe creare un precedente. «Se il Regno Unito se ne va nei negoziati — ha detto Rajoy —, anche la Scozia se ne va dalle istituzion­i europee». Il premier belga Charles Michel, che teme i separatist­i fiamminghi, potrebbe egualmente opporsi a una adesione della Scozia.

Juncker, che in questo momento sconta una scarsa consideraz­ione da parte del Consiglio dei governi, ha detto che gli scozzesi, votando in maggioranz­a a favore della permanenza nella Ue (a differenza degli inglesi e dei gallesi), hanno guadagnato «il diritto di essere ascoltati a Bruxelles». Ma ha precisato che la sua Commission­e europea non intende «interferir­e in un processo puramente britannico» perché «non è questo il nostro mestiere».

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