Ex premier
Il laburista Gordon Brown ha ricoperto l’incarico dopo Tony Blair, dal 27 giugno 2007 all’11 maggio 2010 fiscali.
Se l’unica opzione è di conciliare la desiderata autonomia nazionale alla necessaria cooperazione internazionale, dobbiamo allora utilizzare argomentazioni positive[...]. Eppure, tutte le volte che l’immigraz i o n e m i n a c c i a v a d i guadagnare la ribalta, la campagna europeista cavalcava la retorica della catastrofe postUnione europea, trascurando le esagerate obiezioni separatiste inerenti all’immigrazione.
L’elefante nella stanza è la globalizzazione: la velocità, l’autonomia e la portata dei movimenti sismici nella nostra economia globale. E la più ovvia manifestazione del mondo che abbiamo perso è lo svuotamento delle nostre città industriali, quale conseguenza del crollo della produzione manifatturiera a causa della concorrenza asiatica. Queste città ospitano una quota sproporzionata di lavoratori semi-qualificati che sentono di essere dalla parte sbagliata della globalizzazione, e che hanno scelto di votare per il Leave. Non riuscendo a vedere come la globalizzazione potesse essere addomesticata a loro favore, si sono, non sorprendentemente, uniti ai movimenti anti-globalizzazione la cui calamita è l’immigrazione. «Riprendere il controllo» sembra l’unico modo di ripararsi, proteggersi o isolarsi dal cambiamento globale [...].
La Gran Bretagna invoca evidentemente qualcuno — o qualcosa — che lenisca le ferite riportate in questa campagna. Non è una questione accademica o differibile. La fretta di staccarsi del governo scozzese solleva un problema esistenziale, e già il Regno Unito sembra essere unito solo di nome. Se Lord North è passato alla storia per aver perso un’unione — con l’America — David Cameron potrebbe passare alla storia per averne perse due — con l’Europa e la Scozia.
Ma c’è una via d’uscita. Prima di tutto, abbiamo bisogno di un dialogo a livello nazionale, e una commissione nazionale, per rendere la globalizzazione funzionale agli interessi della Gran Bretagna. Alcuni dicono che il moderno spartiacque politico sia fra un mondo aperto e uno chiuso. Ma questa categorizzazione mi sembra il rifugio di quelli che vogliono svuotare il sistema dalle ideologie ed evitare di affrontare le enormi disuguaglianze, che sono il tallone d’Achille della globalizzazione [...].
Secondo, dobbiamo porre rapidamente fine all’incertezza sul futuro delle relazioni britanniche con l’Europa analizzando tutte le possibilità — il modello norvegese, svizzero, canadese e dell’Organizzazione mondiale del commercio [...]. Conosciuti i risultati, dovremmo rimanere aperti ad ascoltare tutte le proposte alternative dell’Unione europea.
Terzo, il governo scozzese vuole solo studiare come la Scozia possa essere parte del Mercato unico europeo. Ma è più ragionevole cominciare valutando come la Scozia possa