Catella: l’effetto Brexit per Milano? Può attrarre più multinazionali, ma serve un road show della città
«Una cabina di regia del governo e un’iniziativa pubblico-privato»
Facile a dirsi.
La sede londinese di JPMorgan Chase si trova nel quartiere di Canary Wharf il distretto degli affari alternativo alla City sviluppato negli anni Ottanta in piena età thatcheriana sulla Isle of Dogs, nell’East End (parte orientale) di Londra a portare nel capoluogo l’Agenzia europea per i medicinali. Ma secondo Catella, la prima cosa da cui partire è costituire un gruppo di lavoro. «Milano può diventare da traino per l’intero Paese — spiega — e finalmente può far scattare anche per noi la partita della competitività europea».
«In questi anni Milano ha mostrato una capacità di riconversione incredibile. Penso all’area Expo, Porta Nuova, City Life. È diventata una città affidabile agli occhi degli investitori internazionali».
Come la mettiamo con la pressione fiscale italiana, la burocrazia e la difficoltà di fare impresa?
bene».
Come?
«La fiscalità è un tema importante ma non credo che le aziende si muovano solo perché pagano meno tasse. Ed è riduttivo pensare di attrarre multinazionali così, non possiamo diventare paradisi fiscali. Meglio l’idea di creare alcuni distretti agevolati».
Quali gli interlocutori?
«Bisogna fare un lavoro di squadra, identificare i fattori attrattivi per le multinazionali e comporre una proposta concreta. Il ruolo di protagonista deve averlo il Comune di Milano, con una cabina di regia del governo, insieme a imprenditori e mondo delle associazioni. Penso ad Assolombarda ma anche alle università e alle aziende che hanno esperienza sul campo. E poi bisogna proporsi».
A chi?
«Penso a un vero roadshow a Londra ma anche a Parigi e Francoforte. La Brexit deve darci l’opportunità di giocare una partita in cui finalmente l’Italia alza la testa e dimostra di essere affidabile. Bisogna tornare a ragionare in positivo. Milano ha una concentrazione di settori importanti per l’economia e caratteristiche di forte connessione infrastrutturale. Mentre a Londra in un’ora e mezzo vai dalla periferia al centro, a Milano nello stesso tempo raggiungi Torino e Firenze con l’alta velocità ferroviaria. In più stiamo tornando ad essere un Paese affidabile, stabile. E le aziende ne tengono conto». L’Italia può e deve alzare la testa e dimostrare di essere affidabile
Buona l’idea di distretti agevolati, il Comune deve avere ruolo protagonista