Rosato: «Altre le priorità del Paese»
«È soltanto una mozione...».
Che a settembre potrebbe riaprire i giochi sull’Italicum, presidente Ettore Rosato.
«L’iniziativa di Sel è rispettabile, ma non è uno strumento per cambiare la legge elettorale. Tra l’altro l’incostituzionalità, oggetto della mozione, è un problema che per noi non c’è». Il premier aspetterà la pronuncia della Consulta?
«Con l’Italicum abbiamo costruito un impianto solido, che garantisce la governabilità e la rappresentanza e che risolve quei problemi che anche oggi possiamo rivedere in Spagna. Detto questo, non abbiamo mai negato il dialogo».
La lezione delle comunali dice che con l’Italicum il Pd rischia di perdere con M5S.
«Io penso che le priorità del Paese siano altre, semplificazione, lotta alla disoccupazione, lotta alla povertà».
Si sta saldando una coalizione trasversale per cambiare legge elettorale e premier?
«Le leggi elettorali non si fanno a misura delle campagne elettorali, si fanno su presupposti di neutralità».
FranceschiniAlla cena di si Areademè parlato condi come «Le sostituire amministrativeil premier?non sono se qualcunoandate comeci vede speravamo,un indebolimento ma del governo è perché le opposizioni, legittimamente, auspicano una rivincita e lavorano per quello. Nulla di più». Franceschini si sta preparando per il dopo Renzi?
«Il gruppo dirigente del Pd, compreso Franceschini, lavora per consolidare questo governo e non per immaginare un dopo Renzi. Io non vedo come in questa legislatura si possa costruire un governo più forte di quello che c’è».
Se vince il no al referendum lo scenario cambia... Lo farete slittare?
«Come ha spiegato Renzi i tempi sono scanditi dalla legge, non dalle convenienze». Le correnti del Pd sono in grande fermento...
«Ai cittadini non interessano i giochi di palazzo. A questo punto della legislatura, dopo aver fatto tanto, c’è bisogno di riprendere l’entusiasmo. Dobbiamo tutti avere un maggiore senso di consapevolezza della responsabilità gigantesca che il governo ha sulle spalle».
La minoranza dice basta con la fiducia in bianco. I numeri sono a rischio?
«Non credo alla mancanza di fiducia nel Pd. A parte pochi casi abbiamo sempre votato assieme. Talvolta mi viene da suggerire a qualche esponente della minoranza più sobrietà nell’uso delle parole. Perché feriscono i nostri militanti, più che qualche dirigente».