Corriere della Sera

L’odissea del senatore che non riesce a dimettersi

- Renato Benedetto

Oggi potrebbe arrivare il sì tanto atteso. Giuseppe Vacciano lo aspetta da un anno e mezzo, dal 22 dicembre 2014, giorno in cui ha presentato le dimissioni da senatore, dopo aver lasciato i 5 Stelle. Dimettersi dall’Aula, però, non è così semplice. Non basta una lettera, serve il voto dell’Aula. Che finora le sue dimissioni le ha sempre respinte. Nonostante lui chiedesse a più riprese «di poter tornare a fare con soddisfazi­one il suo lavoro di impiegato della Banca d’Italia» è rimasto per 1 anno e 6 mesi «ostaggio» del Parlamento. Oggi è in calendario, per la terza volta, il voto sulle sue dimissioni. Per lui si tratta di «un gesto di coerenza». Ha lasciato i 5 Stelle nei giorni (novembre 2014) in cui veniva lanciato il direttorio: «Una mutazione irreversib­ile del Movimento dell’uno vale uno, che non prevedeva sovrastrut­ture». E ha deciso di lasciare pure il seggio: «Hanno votato il simbolo, non me. Voglio restituire agli elettori un rappresent­ante di quel

Eletto Giuseppe Vacciano, 43 anni, di Latina, è senatore dal 2013

simbolo, non restare attaccato alla poltrona». Dove lo ha però tenuto attaccato l’Aula. Che a febbraio 2015 ha respinto le dimissioni. Il primo no è prassi: «Per dare il tempo per una riflession­e approfondi­ta ed essere sicuri che il parlamenta­re non abbia subito pressioni, che non ci ripensi». Ma lui era, ed è, certo. «Ogni mese ho scritto al presidente Grasso e, poi, anche a tutti i capigruppo, per sollecitar­li». E lo ha ripetuto ai colleghi: «Molti mi han chiesto se ero convinto: sì, sennò non romperei le scatole così». A settembre 2015 un nuovo voto: un altro no. «Senza motivazion­i, lo scrutinio è segreto. Non avevo cambiato idea, volevo andare via». Che i colleghi preferisca­no un senatore nel gruppo Misto a un subentro nei 5 Stelle? «Non so, io ho continuato a fare un’opposizion­e rigorosa». Così si aspetta che, a questo giro, il voto sia sì: «Sono passati nove mesi dall’ultima volta, spero che l’abbiano capito». Si appella ai colleghi e ricorda che «l’articolo 67 della Costituzio­ne tutela le scelte dei parlamenta­ri, anche di andar via». È l’articolo che stabilisce che per i parlamenta­ri non c’è vincolo di mandato. In quasi tutte le democrazie è così. In Italia può capitare però di restare vincolati al seggio, anche quando il mandato lo si vuole rimettere.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy