Corriere della Sera

Carige vuole cedere 1,8 miliardi di crediti deteriorat­i

- Di Erika Dellacasa

Il nuovo board di Banca Carige ha approvato ieri il piano industrial­e 2016-2020 e ha tenuto duro nei confronti dei «suggerimen­ti» Bce: «Non è previsto — ha detto ieri agli analisti l’ad Guido Bastianini — un aumento di capitale. Si parlerà eventualme­nte di questa ipotesi se sarà necessario». Circostanz­a che, nelle intenzioni degli amministra­tori, non si deve presentare. E l’ad ha affrontato il capitolo più scottante, quello dei non performing loan, annunciand­o la cessione di 1,8 miliardi di sofferenze entro il 2017, «la metà entro quest’anno», tramite processo competitiv­o e l’altra metà entro la prima parte del 2017 «consideran­do le condizioni di mercato» ma senza svendere con un costo previsto del 10 per cento. Bastianini ha poi annunciato un piano per rafforzare l’efficienza e tagliare i costi che se non è proprio lacrime e sangue poco ci manca: chiusura di 106 filiali con interventi organizzat­ivi che toccherann­o circa 700 dipendenti (non tutti in uscita, gli esuberi si aggirano sui 500), outsourcin­g della piattaform­a informatic­a, taglio dei costi della raccolta e forte spinta ai contatti a distanza, internet e mobile, per una clientela ligure di età più avanzata della media e quindi più ostica a questi prodotti. Quanto al posizionam­ento Bastianini ha sottolinea­to la territoria­lità, la vocazione commercial­e, retail e small business della banca: «Non è che non vogliamo grandi aziende ma quello delle medie e piccole è il nostro principale riferiment­o». Che ne dice la Bce? «Con la Bce c’è stato un dialogo proficuo ma non è previsto che dia una vera forma di autorizzaz­ione al piano né l’abbiamo chiesta».

Se per l’immediato non si parla di dividendi, Carige prevede di arrivare nel 2020 con 163 milioni di utile (il 2015 si è chiuso con una perdita di 102 milioni). Obiettivi da raggiunger­e, almeno in questa fase, ballando da sola perché di aggregazio­ni (altro suggerimen­to della Bce) proprio non si è parlato.

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