Il club dei cuori non solitari (con il controllo a distanza)
Da una start up del centro ricerche, il cardiografo portatile
Telecontrollare il cuore. A distanza, da soli. Sia che si tratti di giovani che di meno giovani. Senza il supporto di cardiologi, ma solo con un tablet facilissimo da usare. Con la possibilità, per gli anziani, di effettuare test clinici e ricevere referti anche attraverso la tv e verificare in qualsiasi momento, con pochi e semplici gesti, elettrocardiogramma, emoglobina e pressione. Biotechware è una start up medtech, ospitata nell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino, creata da due giovani ingegneri informatici, Alessandro Sappia ed Enrico Manzini.
Hanno brevettato CardioPAD PRO, un elettrocardiografo portatile per fare elettrocardiogrammi in mobilità (in farmacia, nelle scuole, nei centri sportivi) che elimina il problema delle liste d’attesa, facendo risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale cifre enormi. Considerando che un elettrocardiogramma costa in media allo Stato 5 euro, e che ogni anno si effettuano 6 milioni di controlli al cuore, il risparmio per tutti noi, si aggirerebbe attorno ai 30 milioni di euro.
Già oggi nelle farmacie si possono eseguire molti test, dalla gravidanza al glucometro. Ed ora, grazie ai due trentenni, è possibile prevenire malattie cardiovascolari a distanza, capendo in autonomia, qui sta l’innovazione, se è il caso di procedere con controlli medici più approfonditi. «Chiunque può usare lo strumento: farmacisti, infermieri, operatori socio-sanitari, medici di base», racconta Alessandro Sappia, ceo di Biotechware. Insomma, anche senza esser cardiologi, si può capire se il cuore batte forte e con regolarità. Un display touch screen ed un sistema intuitivo agevolano i vari passaggi, dal posizionamento degli elettrodi fino all’invio dei dati al centro di refertazione. Mentre, per registrare l’attività elettrica del cuore e capire se ci sono patologie, bastano solo tre minuti. In pratica, l’apparecchio diagnostico raccoglie ed archivia i dati su una piattaforma «cloud» (in remoto) e li invia al centro di ascolto di Telemedico. Qui, un team di cardiologi rilascia il referto, subito consultabile online tramite un portale dedicato, a cui possono accedere sia il medico che il paziente. «Per la prima volta chiunque ha accesso alla propria cartella clinica in modo disintermediato », aggiunge l’informatico.
La start up cresce all’insù come le onde del tracciato ECG. «Nel 2015 abbiamo fatturato 200 mila euro, arriveremo a più del doppio nel 2016». Con un’importante novità, insolita nel panorama startupparo italiano: «L’acquisizione dello storico marchio Telemedico (in mano per l’80% alla società GreenTel) al prezzo di 1 milione di euro e la trasformazione di Biotechware da start up in spa». Con un nuovo investimento, la start up torinese diventa così proprietaria del primo centro nazionale di telemedicina cardiologica (350 mila servizi e teleconsulti erogati).
Dove troverete il denaro? «Al momento stiamo chiedendo ai fondi di supportare la fusione con una campagna di fundraising dal valore di 3 milioni che servirà, oltre che per l’acquisizione, anche per attività di internazionalizzazione ed investimenti in ricerca e sviluppo. Proprio nella ricerca, contiamo di assumere sette nuovi ricercatori oltre che aumentare massicciamente la rete commerciale». Partirà poi la commercializzazione con gli Stati Uniti, dove «abbiamo creato una sussidiaria, a Boston e non nella Silicon Valley, perché lì ci sono le start up medicali più importanti al mondo. Proprio come la nostra».
L’idea di due trentenni «Il test si fa in autonomia e in ogni luogo. Il risultato? Arriva online». Un sistema che farebbe risparmiare allo Stato fino a 30 milioni di euro