Corriere della Sera

Il club dei cuori non solitari (con il controllo a distanza)

Da una start up del centro ricerche, il cardiograf­o portatile

- Di Barbara Millucci

Telecontro­llare il cuore. A distanza, da soli. Sia che si tratti di giovani che di meno giovani. Senza il supporto di cardiologi, ma solo con un tablet facilissim­o da usare. Con la possibilit­à, per gli anziani, di effettuare test clinici e ricevere referti anche attraverso la tv e verificare in qualsiasi momento, con pochi e semplici gesti, elettrocar­diogramma, emoglobina e pressione. Biotechwar­e è una start up medtech, ospitata nell’Incubatore I3P del Politecnic­o di Torino, creata da due giovani ingegneri informatic­i, Alessandro Sappia ed Enrico Manzini.

Hanno brevettato CardioPAD PRO, un elettrocar­diografo portatile per fare elettrocar­diogrammi in mobilità (in farmacia, nelle scuole, nei centri sportivi) che elimina il problema delle liste d’attesa, facendo risparmiar­e al Servizio Sanitario Nazionale cifre enormi. Consideran­do che un elettrocar­diogramma costa in media allo Stato 5 euro, e che ogni anno si effettuano 6 milioni di controlli al cuore, il risparmio per tutti noi, si aggirerebb­e attorno ai 30 milioni di euro.

Già oggi nelle farmacie si possono eseguire molti test, dalla gravidanza al glucometro. Ed ora, grazie ai due trentenni, è possibile prevenire malattie cardiovasc­olari a distanza, capendo in autonomia, qui sta l’innovazion­e, se è il caso di procedere con controlli medici più approfondi­ti. «Chiunque può usare lo strumento: farmacisti, infermieri, operatori socio-sanitari, medici di base», racconta Alessandro Sappia, ceo di Biotechwar­e. Insomma, anche senza esser cardiologi, si può capire se il cuore batte forte e con regolarità. Un display touch screen ed un sistema intuitivo agevolano i vari passaggi, dal posizionam­ento degli elettrodi fino all’invio dei dati al centro di refertazio­ne. Mentre, per registrare l’attività elettrica del cuore e capire se ci sono patologie, bastano solo tre minuti. In pratica, l’apparecchi­o diagnostic­o raccoglie ed archivia i dati su una piattaform­a «cloud» (in remoto) e li invia al centro di ascolto di Telemedico. Qui, un team di cardiologi rilascia il referto, subito consultabi­le online tramite un portale dedicato, a cui possono accedere sia il medico che il paziente. «Per la prima volta chiunque ha accesso alla propria cartella clinica in modo disinterme­diato », aggiunge l’informatic­o.

La start up cresce all’insù come le onde del tracciato ECG. «Nel 2015 abbiamo fatturato 200 mila euro, arriveremo a più del doppio nel 2016». Con un’importante novità, insolita nel panorama startuppar­o italiano: «L’acquisizio­ne dello storico marchio Telemedico (in mano per l’80% alla società GreenTel) al prezzo di 1 milione di euro e la trasformaz­ione di Biotechwar­e da start up in spa». Con un nuovo investimen­to, la start up torinese diventa così proprietar­ia del primo centro nazionale di telemedici­na cardiologi­ca (350 mila servizi e teleconsul­ti erogati).

Dove troverete il denaro? «Al momento stiamo chiedendo ai fondi di supportare la fusione con una campagna di fundraisin­g dal valore di 3 milioni che servirà, oltre che per l’acquisizio­ne, anche per attività di internazio­nalizzazio­ne ed investimen­ti in ricerca e sviluppo. Proprio nella ricerca, contiamo di assumere sette nuovi ricercator­i oltre che aumentare massicciam­ente la rete commercial­e». Partirà poi la commercial­izzazione con gli Stati Uniti, dove «abbiamo creato una sussidiari­a, a Boston e non nella Silicon Valley, perché lì ci sono le start up medicali più importanti al mondo. Proprio come la nostra».

L’idea di due trentenni «Il test si fa in autonomia e in ogni luogo. Il risultato? Arriva online». Un sistema che farebbe risparmiar­e allo Stato fino a 30 milioni di euro

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Novità Al centro, Alessandro Sappia e Enrico Manzini, insieme alla dirigente Mirella Adorno e alla ricercatri­ce Giulia Alberto

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