«La felicità degli emigranti»
Eravamo reduci dal 3-0 con l’Ucraina: avevamo ottenuto un successo sofferto ma netto. Eppure nessuno di noi era euforico, anzi. Eravamo in condizioni emotive particolari perché pochi giorni prima a Torino un nostro amico, una persona a cui io ero e sono legato in maniera particolare, cioè Gianluca Pessotto, aveva tentato di togliersi la vita. Diciamo che prima della sfida con la Germania eravamo in condizioni emotive particolari. Ci attendeva la sfida contro i padroni di casa, in uno stadio come il Westfalenstadion considerato la culla del tifo tedesco.
C’erano insomma tutti i presupposti per sfigurare: eppure nelle difficoltà ancora una volta abbiamo dimostrato di saper reagire. Tutti abbiamo dato qualcosa di più a testimonianza del fatto che eravamo un gruppo di ferro. Non a caso ancora oggi su Whatsapp abbiamo la chat dei campioni del mondo dove tutti siamo iscritti e partecipiamo al cazzeggio. Si scrive di tutto, di più: Rino è uno dei più attivi...
Mi ricordo quando entrai allo stadio: davanti a noi c’era una muraglia umana in maglia bianca. Volevamo zittire i tedeschi che nei giorni precedenti avevano dipinto l’Italia come il paese degli spaghetti, mandolino, pizza e mafia.
Auguro alla Nazionale di Conte di passare il turno anche se, superato un osso duro come la squadra di Loew, potrebbe ritrovarsi sul proprio cammino la Francia. Che oggettivamente sarebbe proprio un’altra montagna da scalare. Però sono fiducioso perché questa Italia, qualitativamente meno ricca della Spagna, ha saputo tirar fuori altre doti. Non ultima quella di essere un blocco granitico.
Senza contare che Conte è un vero fuoriclasse: ha mentalità vincente e carica impressionante. Perciò per la sfida di sabato sono ottimista.
Forza azzurri!
Tutti abbiamo dato qualcosa di più perché eravamo un gruppo di ferro Ho sentito tutta l’Italia vicina, bello segnare, ricordo che ringraziai Montolivo e Cassano per gli assist