Corriere della Sera

Vatileaks, assolti i due giornalist­i

Dieci mesi alla pr (pena sospesa), 18 per il monsignore. Applicato il motu proprio del Pontefice

- di Virginia Piccolillo

Al processo Vatileaks, nato dalla fuga di notizie dal Vaticano, assolti i giornalist­i Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi; condannati invece monsignor Angel Vallejo Balda e la pr Francesca Chaouqui.

È rimasto immobile, con il suo aspetto dimesso e rassegnato, anche mentre «in nome del Papa», il presidente del Tribunale pronunciav­a la sua condanna. La più dura. Un anno e mezzo. A meno di un ricorso in appello che, da indiscrezi­oni, non è intenziona­to a proporre, monsignor Angel Lucio Vallejo Balda è uscito di scena così. Curvo sotto il peso di un processo che ha causato più clamore e amarezze che conseguenz­e giudiziari­e.

Prosciolti i due giornalist­i, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. E non solo per difetto di giurisdizi­one. «Rilevata la sussistenz­a, radicata e garantita dal diritto divino, della libertà di manifestaz­ione del pensiero e della libertà della stampa nell’ordinament­o giuridico vaticano» si legge nella sentenza, che cita il motu proprio del Papa. Ridimensio­nata, rispetto alle richieste, la condanna di Francesca Immacolata Chaouqui: dieci mesi di reclusione con pena sospesa per cinque anni. Solo per concorso in divulgazio­ne. Niente più associazio­ne a delinquere. Prosciolto anche Nicola Maio.

Una sentenza, quella firmata dal presidente Giuseppe Dalla Torre, e dai giudici Piero Antonio Bonnet, Paolo Papanti-Pelletier e Raffaele Ottaviano, accolta da molti commenti positivi. Incluso quello della Federazion­e della Stampa. Ma che porta con sé anche un dubbio: c’era davvero bisogno di questo processo?

In attesa delle motivazion­i della sentenza, alle ragioni del «sì» ha dato voce Padre Lombardi. «Si doveva fare perché c’è una legge, per di più recente (2013), promulgata per contrastar­e le fughe di notizie. Non si possono dichiarare intenzioni e stabilire norme e non essere coerenti nel metterle in pratica» ha spiegato. Ricordando come sia stato smentito più volte che fosse un processo alla libertà di

La decisione I giudici: difetto di giurisdizi­one rispetto ai cronisti alla sbarra

stampa ha aggiunto che si doveva «dimostrare la volontà di combattere con decisione le manifestaz­ioni e le conseguenz­e scorrette delle tensioni e polemiche interne vaticane» che da un po’ di tempo si riflettono all’esterno con «indiscrezi­oni» o «documenti ai media» creando «un contesto ambiguo e conseguenz­e negative anche nell’opinione pubblica, che ha diritto a una informazio­ne obiettiva e serena».

«Questa è una “malattia”, come direbbe Papa Francesco, da combattere con determinaz­ione», rimarca padre Lombardi. E aggiunge: «Anche Benedetto XVI, pur non essendovi ancora la legge attuale, aveva ritenuto giusto che la giustizia “umana” facesse il suo corso nei confronti del suo maggiordom­o fino alla sentenza».

Una precisazio­ne che sembra fugare l’ipotesi, circolata ieri, che tra le richieste di condanna (quasi 4 anni per Chaouqui, 3 e un mese per Balda e 1 per Nuzzi) e la sentenza ci sia stato un intervento dall’alto.

Infine l’auspicio che «nonostante la tristezza che ogni reato e la conseguent­e vicenda processual­e necessaria­mente causano, se ne possano trarre le conclusion­i e le riflession­i utili per prevenire in futuro il ripetersi di situazioni e vicende simili». L’avviso ai «corvi» è stato dato. Ora basta.

 ?? (Foto di Gabriel Bouys / Afp) ?? Insieme A fianco i giornalist­i Gianluigi Nuzzi (a sinistra),
47 anni, ed Emiliano Fittipaldi, 41 anni, arrivano ieri in Vaticano prima della sentenza che li ha prosciolti dalle accuse. Sono autori dei bestseller «Via Crucis» (Nuzzi) e «Avarizia» (Fittipaldi)
(Foto di Gabriel Bouys / Afp) Insieme A fianco i giornalist­i Gianluigi Nuzzi (a sinistra), 47 anni, ed Emiliano Fittipaldi, 41 anni, arrivano ieri in Vaticano prima della sentenza che li ha prosciolti dalle accuse. Sono autori dei bestseller «Via Crucis» (Nuzzi) e «Avarizia» (Fittipaldi)

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