«Il Vaticano è stato coraggioso Chissà se è intervenuto il Papa»
«Non so se c’è lo zampino di Papa Francesco. Ma il Vaticano è stato coraggioso». Escono imperlati di sudore, ma con un sorriso a tutta faccia Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, dal processo alla libertà di stampa in Vaticano. E fanno notare: «Il collegio giudicante non si è limitato a dichiarare il proprio difetto di giurisdizione. Ma ha stabilito che il nostro mestiere si può fare anche in Vaticano».«La verità è che questo processo medievale non andava proprio istruito — dice Emiliano Fittipaldi — visto che dopo nove mesi i giudici hanno riconosciuto, citando il motu proprio del Papa, che anche in Vaticano c’è il diritto di pubblicare notizie, se sono vere e non calunnie». «Oggi è una giornata storica», esulta Nuzzi. Lui era l’unico dei due a rischiare la condanna a un anno di carcere, mentre per Fittipaldi la richiesta era assoluzione per insufficienza di prove. Storica per chi? «Ovviamente per Emiliano e me. Ma se fosse passato il principio, chiesto dall’accusa, di considerarci colpevoli per aver dato “disponibilità e presenza di fronte alla notizia”, sarebbe stato condannato il nostro mestiere». Tra i primi messaggi che ha voluto inviare dall’aula, dice, ce ne è stato uno a Silvia Tortora. «In questi giorni mi risuonavano nelle orecchie le parole di suo padre che ho conosciuto: «Sono innocente, lo urlano le carte, lo ripeto da tre anni». Credo fosse giusto rendere onore alla sua battaglia per la libertà di informazione». Poi si toglie gli ultimi sassolini: «La sentenza toglie la foglia di fico alla stampa genuflessa nei confronti di un potere curiale che Papa Francesco combatte. Ma mi dispiace anche che il governo e Renzi non abbiano speso una parola. Spero che tacciano anche nei prossimi giorni».
Il collegio ha stabilito che il nostro mestiere si può fare anche nella Santa Sede
Questo processo medievale non andava proprio istruito Alla Cosea sotto agli occhi mi è passato ben altro, come i conti laici dello Ior