Corriere della Sera

L’inchiesta

- L. Fer. lferrarell­a@corriere.it

La procura di Milano ha ordinato l’arresto di 11 persone nell’ambito di una indagine su una serie di lavori eseguiti nell’area Expo. Le accuse contestate sono truffa, riciclaggi­o con l’aggravante mafiosa

Gli arrestati sono dirigenti e collaborat­ori del consorzio di imprese Dominus che aveva eseguito lavori di allestimen­to interno di alcuni padiglioni di Expo. Non ci sono indagati in Fiera Milano

L’aggravante mafiosa è scattata perché alcuni degli arrestati sono accusati di aver fatto arrivare denaro in contanti (frutto di lavoro nero) a esponenti di un clan di Pietraperz­ia (Enna)

prezzo di sangue (l’uccisione di due fratelli Accardo nel 1988 e 1989) pagato nella faida con la «famiglia» Ingoglia. Per gli inquirenti, inoltre, è significat­ivo che Nastasi e Pace abbiano fatto avere, senza ragioni apparenti, 60.000 euro ad Angelo Cacici, condannato per associazio­ne mafiosa e persona con la quale Pace discute di un «viaggio» proprio il giorno prima che la GdF blocchi su un camion Pace diretto in Sicilia con 413.000 euro.

Quando si trovano nell’isola, e hanno a che fare con i loro importanti amici di Pietraperz­ia e di Partanna, Nastasi e Pace si fanno ancor più circospett­i nelle comunicazi­oni. Anzi Nastasi, commentand­o con il padre in auto (che non sa essere intercetta­ta) i guai giudiziari di un conoscente scaturiti dal telefono, teorizza un personale manifesto antiinterc­ettazioni, specie finché non limitate dalla politica: «Al telefono non si parla! Quando si parla al telefono, bisogna essere chiari: “Tutto a posto? Come stai? Vieni a prenderti il caffè”. Punto. Quello lo ha capito, che gli devo dire qualcosa. Se può venire, viene... Questi politici che ci sono attualment­e, eh... faranno fallire l’Italia».

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