Nuovo sequestro da 1,8 milioni al consorzio dei lavori per Expo
L’ipotesi che i soldi frutto dei reati siano finiti in impianti fotovoltaici al Sud
Un milione e 800.000 euro: è il «bottino» che gli inquirenti hanno rintracciato l’altro ieri e messo sotto sequestro contestualmente all’arresto di 11 persone ruotanti attorno al «nero» prodotto da evasioni fiscali, appropriazioni indebite e riciclaggi commessi tramite il consorzio Dominus scarl: quello amministrato di fatto da Giuseppe Nastasi, e fornitore privilegiato (18 milioni di euro su 20 di fatturato triennale) scelto da Nolostand spa, cioè dalla società di Fiera Milano spa sottoposta l’altro ieri alla misura preventiva della «amministrazione giudiziaria» proprio per le «colpose negligenze» organizzative che hanno consentito l’ingresso (ad esempio negli allestimenti espositivi in Expo 2015 di Palazzo Congressi, Auditorium, padiglioni di Francia e Qatar) di indagati per gravi reati, per di più legati a clan di Cosa Nostra come la «famiglia» ennese di Pietraperzia e gli Accardo di Partanna.
Il milione e 800.000 euro, trovato su conti e società (più 50.000 in una cassetta di sicurezza) riconducibili in misura maggiore a due degli arrestati (Giuseppe Nastasi e Massimiliano Giardino), vanno dunque ad aggiungersi ai 900.000 euro già incamerati da questa inchiesta: i 295.000 sequestrati il 23 ottobre 2015 in autostrada all’avvocato nisseno Danilo Tipo che li stava portando in auto dalla Lombardia in Sicilia dopo che Liborio Pace (il pure arrestato socio di Nastasi che custodiva la somma in casa) aveva cercato di metterli in salvo da una perquisizione della Guardia di Finanza milanese, i 187.000 trovati a Nastasi lo stesso giorno nella sua abitazione, e i 413.000 (appartenenti a Nastasi) che Pace stava trasportando in camion dalla Lombardia in Sicilia il 14 giugno 2015.
La caccia alla destinazione del fiume di denaro contante «in nero», pompato dalle casse dei veicoli societari della galassia Dominus, prosegue peraltro sia all’estero (con rogatorie in banche di Slovenia, Slovacchia e Liechtenstein), sia in Sicilia e Sardegna sotto un ulteriore peculiare aspetto: Giardino, uno degli arrestati per il ruolo nel giro di false fatture a fronte di assegni cambiati poi in contanti, «ha avuto ruoli societari — nota il gip Cristina Mannocci — nella Winaico Italia srl, che si è occupata Per i pm alcuni arrestati avevano avuto spesso contatti con esponenti dei clan di Partanna della costruzione di impianti fotovoltaici a Partanna (dove Nastasi ha consolidati rapporti con la famiglia Accardo), Salaparuta (Trapani) e Giave (Sassari)». Segno che una ipotesi al vaglio è che i soldi fatti al Nord dagli arrestati (anche con i lavori commissionati dalla società della Fiera Milano) possano essere stati investiti al Sud nel business dell’energia rinovabile.
Il filone dei rapporti tra Nastasi-Pace e gli amici siciliani è l’altro da mettere a fuoco. Di certo, notano i pm BoccassiniOmbra-Storari, Pace è cognato del capo della «famiglia» di Pietraperzia, Vincenzo Monachino. Di certo Nastasi supporta tutti i viaggi a Milano di Nicola Accardo, esponente della «famiglia» di Partanna qualificata come mafiosa da numerose sentenze e storicamente legata al superlatitante Matteo Messina Denaro per il
Il legame