Corriere della Sera

Infermiera indagata per omicidio «Voleva vendicarsi del trasferime­nto»

Isernia, per i pm ha avvelenato un paziente, padre della collega rimasta al suo posto

- Andrea Pasqualett­o

Una lucida, spietata vendetta. Meditata a lungo, consumata dove non te l’aspetti: una stanza d’ospedale. E non per mano di un killer di mafia ma da chi dovrebbe per lavoro accudire e curare: l’infermiera. Ancor più sorprenden­te è il movente del delitto. Avrebbe ucciso perché non accettava il trasferime­nto da un ospedale all’altro. E soprattutt­o non accettava l’idea che le fosse stata preferita un’altra infermiera. La vittima è infatti il padre della collega, bersaglio inconsapev­ole della sua rabbia.

È l’agghiaccia­nte ipotesi della procura di Isernia che sta indagando sulla morte di Celestino Valentino, 76 anni, ricoverato da tempo all’ospedale del «Serenissim­o Rosario» di Venafro (Isernia) per un ictus. Il suo cuore ha smesso di battere il 30 giugno per ragioni che dunque non avrebbero nulla a che fare con la causa del ricovero. Veleno. L’infermiera si sarebbe introdotta nella sua cameretta del reparto La donna, quel giorno in malattia, sarebbe entrata nel reparto per somministr­are il veleno un video che riprende la donna mentre acquista della soda caustica nel negozio di casalinghi vicino all’ospedale. Ci sono testimoni che l’hanno vista entrare e uscire dal reparto il giorno del presunto avvelename­nto, il 22 giugno, quando le condizioni di Valentino sono improvvisa­mente peggiorate. Giorno in cui lei avrebbe dovuto essere a casa, in convalesce­nza. «Fra di noi c’erano stati dei contrasti per il trasferime­nto», ha ricordato la figlia della vittima che usufruiva dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104 sull’assistenza ai familiari con grave disabilità, come suo padre. Legge che, nella valutazion­e della direzione sanitaria, le ha consentito di avere un vantaggio nei confronti della presunta omicida quando si è trattato di decidere chi spostare a Isernia. Scelta difficile ma necessaria perché alcuni reparti dell’ospedale di Venafro sono in fase di smantellam­ento. «Uccidendo Valentino l’indagata avrebbe così eliminato anche il motivo che dal suo punto di vista aveva portato al suo trasferime­nto — hanno precisato gli investigat­ori —. Sembra incredibil­e ma il percorso mentale della vittima pare sia stato proprio questo».

Se sarà confermata l’ipotesi, Celestino Valentino è stato ucciso per qualcosa di cui ignorava l’esistenza. «Futili motivi», azzardano in procura. Una grande rabbia montata nella testa dell’indagata fino a sconvolger­la. Al punto da trasformar­e un’infermiera in un’assassina.

La dinamica La pista della soda caustica Ormai si indaga in un’unica direzione

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