Corriere della Sera

Manetti, camorra da ridere

La sceneggiat­a classica diventa poliziesco Claudia Gerini moglie del boss Buccirosso

- Stefania Ulivi

commedia romantica, musical, tante location diverse. «Il tutto appoggiand­oci alla tradizione che ci permette di virare il poliziesco, nostro genere prediletto, sul musical ma con tantissime scene d’azione». Il porto, spiegano, ha un ruolo centrale nel film, prodotto da Madeleine e Manetti bros. con Raicinema. «Il mare di Napoli si mostra troppo poco».

«Antonio e Marco sono filmaker d’assalto, non hanno paura di niente. Neanche di portare la troupe nel cuore del rione Sanità per misurarsi con la sceneggiat­a». Giampaolo Morelli i Manetti bros. li conosce bene, grazie a Piano 17, L’ispettore Coliandro e poi il Lollo Love di Song ‘e Napule. «Lì facevo la parte del cantante, qui canto con musicisti veri: Ricciardi, Raiz, per me un mito, lo andavo a sentire nei centri sociali. Sono andato via da Napoli a 25 anni per fare l’attore. Ci volevano due romani per realizzare il sogno di girare a casa mia, tra i vicoli. Hanno la grande dote di sapersi calare nel tessuto dei luoghi». Lui è Ciro, killer dall’animo dark, detto Ciruzzo Ninja per via delle passioni cinematogr­afiche di donna Maria, la moglie del capo, che sogna sicari a metà tra esperti di arti marziali e James Bond.

Per Claudia Gerini, un vero invito a nozze. «Sognavo di lavorare con i Manetti. Ancora meglio farlo qui, città di mio nonno materno, in un una commedia dove canto e ballo. La mia donna Maria è un tipo rispettato. È ambiziosa, è lei a ideare il piano con il finto funerale da cui parte tutta l’azione. Ma è anche una donna innamorata, Insieme Antonio (a sinistra) e Marco Manetti. Hanno lavorato anche per la musica dirigendo molti video quello con Don Vincenzo è amore vero». A Carlo Buccirosso è molto grata: «Lui è un attore della scuola di Eduardo e Totò. Per me una guida: mi fa da coach con il napoletano». Ci pensano pure le signore che curiosano intorno al set a suggerirle gli accenti giusti.

Che non servono a Serena Rossi, terza esperienza con i Manetti. Suo nonno, Giuseppe Palumbo, scriveva i testi delle canzoni della sceneggiat­e (come «’O Carabinier­e»). «Sono Fatima, infermiera di Scampia che, per caso, sventa il piano ideato da Donna Maria». E ritrova un amore di gioventù: Ciro. Temeva di non poterci essere. «Ho scoperto di essere incinta prima delle riprese, l’ho detto ai Manetti. Senza di te non si fa il film, cerca una controfigu­ra, la risposta. L’ho chiesto a mia sorella». E così, tra droni, motociclet­te, armi, bare, canzoni, balletti, risate, sul set ci sono anche due Fatime, identiche. Potenza della sceneggiat­a.

Una cosa da incoscient­i Ma così possiamo mescolare noir e commedia basandoci però sulla tradizione che ci permette di virare il nostro genere prediletto sul musical

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