Corriere della Sera

A teatro una tragedia familiare nel segno del disagio

- Di Franco Cordelli

In piedi, con una sfera da pallacanes­tro tra le mani, un aitante ragazzo ci parla di sé. Sul suo capo c’è un cuore rosso. Il cuore rosso e nient’altro sarà l’invariabil­e scena di David è morto di Babilonia Teatri in scena al Sannazzaro per Napoli Teatro Festival.

Il nostro ragazzo ci parla delle due fissazioni che lo hanno accompagna­to in vita: e dico in vita perché il David che è morto è proprio lui. David da ragazzino era un tipo un po’ maniacale. Aveva in testa i numeri e i gatti. Voleva sempre fare ordine e quando gli moriva un gatto se ne prendeva un altro e se quest’altro moriva un altro ancora. Ma David non andava d’accordo con il padre. Lui non era un involucro vuoto, era un involucro da riempire — e involucro o non involucro ciò che contava era quel riempire. Alla fine non ne poté più. Il padre odiava il rosso? Lui tutto rosso si fece, si tagliò ben bene le vene e di rosso si vestì.

Questo semplice e agghiaccia­nte racconto ci viene fatto nel tipico stile di scrittura di Valeria Raimondi e Enrico Castellani, ossia scandendo i brevi periodi e sulla base di anafore. Accade lo stesso nella scena successiva. S’inoltra sulla scena, a bordo di un’automobili­na, una ragazzina, la sorella di David (la bravissima Chiara Bersani, una ragazza disabile). Anche lei ci racconta il suo suicidio. C’è un momento davvero contundent­e: quando Chiara si lascia scivolare fuori dal suo veicolo e si trascina a terra continuand­o a parlare, a raccontare.

Nella terza scena si inscrivono nel rosso cuore i due genitori. Anche loro, strano a dirsi, ma forse no, si sono suicidati. Tragedia si somma a tragedia e non si sa se ridere (con smorfia) o se piangere. E quasi davvero si ride quando nella quinta scena, occupata, a sipario chiuso, senza che quel maledetto cuore penda sulla testa di nessuno — da un tizio che privo di ispirazion­e, (è o sarebbe un cantante folk, anche lui alla fine suicida) ispirazion­e troverà, dopo averla cercata nelle più alte sfere dello spirito (non già nell’altra, più modesta sfera), nella vicenda cui abbiamo appena assistito — che è questa: là dove non ci sono che praticità e benevolenz­a (la religione dei genitori di David) non vi saranno che sangue e morte.

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Sul palco Una scena di «David è morto» di Babilonia Teatri

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