Il nuovo film dei fratelli registi fra amore e malavita
Un drone in volo sul porto di Napoli, l’inquadratura che si abbassa per seguire, circondato dalle banchine cariche di container, un motoscafo da contrabbandiere che si muove circospetto come un alligatore. L’atmosfera noir si illumina quando dalla barca scendono un uomo e una donna. Litigano, si scaldano, si infervorano. Ed è subito sceneggiata. Amore, passione, malavita. Siamo sul nuovo set partenopeo dei Manetti bros. che si concedono — dopo il successo di Song ‘e Napule — un bis nella città da cui si sono lasciati adottare.
Il titolo ancora non c’è. Ma gli ingredienti del genere più ardito della tradizione napoletana, legato a nomi come Mario Merola e Carmine Zappulla, ci sono tutti. Isso, essa e o ‘malamente (lui, lei e il cattivo). Solo un po’ riveduti e corretti. I criminali (un boss del commercio del pesce, Carlo Buccirosso e i suoi scagnozzi, Giampaolo Morelli e Raiz degli Almamegretta, detti le Tigri), le donne (Claudia Gerini, Donna Maria, è la moglie del boss, Serena Rossi, un’infermiera pettinata alla Michael Jackson), le canzoni (musiche di Pivio Aldo e De Scalzi e testi di Nelson, autore di «’A verità» per Song ‘e Napule). E poi i balletti, a firma Luca Tommassini, come quello con un gruppo di turisti americani in tour, con scippo compreso, a Scampia («The ultimate tourist experience»). E molte risate.
«È una cosa da incoscienti, è vero», scherzano i fratelli romani. Lo spunto è stata una cover di «’O motoscafo», una canzone di Pino Mauro, re della sceneggiata, cantata da Franco Ricciardi (che è nel cast). Dopo sei mesi di gestazione, il risultato mescola spudoratamente azione, noir, comicità,