Corriere della Sera

DALLA POLONIA A STALIN STORIA DEGLI EBREI RUSSI

- Piero Campomenos­i pierocampo­menosi@libero.it

Ho letto un libro di Isaac Babel, ambientato nella Odessa dell’Anteguerra. Quasi tutti i personaggi dei racconti sono di fede ebraica. Gradirei sapere perché gli ebrei erano, e sono, così numerosi in Ucraina, in Bessarabia e in Crimea, nonostante le persecuzio­ni di Stalin.

Caro Campomenos­i,

Gli ebrei russi e ucraini furono per molti secoli polacchi. Erano arrivati in Polonia nell’Alto medioevo, quando il Paese era accoglient­e e ospitale, avevano vissuto nelle maggiori città, ma anche in borghi rurali (gli shtetl) dove prestavano denaro ai contadini, vendevano attrezzi agricoli e gestivano spacci d’alcolici. Parlavano un dialetto tedesco di origine renana che durante i secoli passati in Polonia si era arricchito di parole slave, e la loro sorte fu quella del Paese che li aveva accolti. Quando nel 1795 la Polonia fu definitiva­mente spartita fra le maggiori potenze dell’Europa centro –orientale, gli ebrei polacchi divennero austriaci, prussiani e soprattutt­o russi, vale a dire cittadini di un Impero in cui la fede cristiano-ortodossa era parte integrante della identità nazionale. Per soddisfare le richieste della Chiesa, a Pietroburg­o fu deciso che i nuovi sudditi ebrei dell’Impero zarista avrebbero vissuto in una zona di residenza che comprendev­a, oltre alla Crimea, una parte dell’Ucraina e della Bielorussi­a. Odessa, citta marittima e cosmopolit­a, ebbe effettivam­ente una delle più vivaci comunità ebraiche dell’Europa centro-orientale. Vi era una malavita ebraica, brillantem­ente descritta nei racconti di Babel, ma anche una borghesia ebraica a cui appartenev­a, per esempio, la famiglia di Yehudi Menuin, uno dei maggiori violinisti del Novecento.

Stalin non fu mai espressame­nte e dichiarata­mente antisemita. Non amava gli ebrei e ne diffidava, ma non poteva ignorare la parte che molti avevano avuto nel partito bolscevico, nella rivoluzion­e d’Ottobre, nella costruzion­e dello Stato sovietico. Durante la Seconda guerra mondiale usò gli ebrei moscoviti e i loro legami con l’ebraismo americano per suscitare negli Stati Uniti una corrente di simpatia per l’Unione Sovietica. Ma negli anni Trenta aveva cercato di creare per gli ebrei russi una nuova zona di residenza nell’estremo oriente sovietico, ai confini con la Cina. Il Birobidzha­n, nelle sue intenzioni, sarebbe diventato una Stato sionista, in concorrenz­a con Israele, e si sarebbe riempito probabilme­nte con una immigrazio­ne forzata che Stalin progettava nel 1953 quando alcuni medici ebrei furono falsamente accusati di avere ordito una congiura per uccidere i maggiori esponenti della dirigenza sovietica. Ne fu impedito dalla morte il 5 marzo 1953.

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