Corriere della Sera

Mercedes, ora i piloti hanno dei limiti (segreti)

«Liberi di lottare, con delle regole». Rosberg: «Obbedirò». Hamilton: «Non cambio»

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

Prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club. Provate a chiedere a Toto Wolff, il capo della Mercedes. Vi risponderà che Hamilton e Rosberg sono liberi di lottare, ma entro certi limiti. Quali? Valgono i duelli ruota a ruota, i sorpassi all’ultimo giro, gli attacchi in partenza oppure bisogna avvisare via radio prima e mettere la freccia come in autostrada? Risposta: il codice di condotta è segreto. «Niente scarpe, niente camicia si combatte fino a quando uno non grida basta» diceva nel film Brad Pitt a Edward Norton. Qui neanche una frase a effetto, perché la verità è che i tedeschi non sanno come fermare il vulcano sul quale sono seduti.

Dopo l’incidente di Zeltweg c’è stato un vertice nella fabbrica di Brackley: presenti Wolff, il direttore tecnico Paddy Lowe e i due piloti. Mancava Niki Lauda, un’assenza che non è passata inosservat­a. Costretto a rimangiars­i quanto raccontato alla tv dei rivali della Red Bull — Lewis che distrugge la stanza del motorhome a Baku e che s’infuria ogni volta che vince Nico — raccontano che non l’abbia presa benissimo.

Le venti righe concepite nel meeting blindato sembrano scritte apposta per placare l’ansia dei big boss in Germania, preoccupat­i dai danni d’immagine dell’autoscontr­o. A Hamilton e Rosberg sono state imposte «regole di ingaggio rinforzate» per evitare di buttare al vento altri punti, 50 nel campionato costruttor­i a causa di tre collisioni: Barcellona, Canada e Austria. Se neanche questo dovesse bastare allora arriverann­o gli ordini di scuderia. Wolff si mette la divisa da arbitro: «Abbiamo tirato fuori un cartellino giallo, al secondo si sa cosa succede. E ci auguriamo di non doverlo estrarre». Già, cosa succede? Maximulte? Dovrebbero essere davvero astronomic­he, perché Lewis guadagna più di 30 milioni di dollari l’anno e Nico circa la metà. L’altra punizione sarebbe sospendere il «colpevole» per uno o più Gp, magari promuovend­o a titolare il giovane Pascal Wehrlein della Manor: ma rischia di essere una mossa masochista per la Mercedes. Con Rosberg che dice «obbedirò», Hamilton alla vigilia del Gp di casa che ha vinto per tre volte (solo Nigel Mansell ha fatto meglio con un poker) sfoggia un sorriso ironico: «Correrò come prima ed è una gran cosa per tutti i tifosi». Spaventato dal «codice Mercedes»? «Immagino che devo rispondere sì». Perché il tre volte campione del mondo snocciola i suoi di numeri: «Abbiamo gareggiato più di 60 volte insieme e ci siamo scontrati solo cinque. Sono state molte di più le nostre doppiette». Risalito a 11 punti da Rosberg gioca a mettergli pressione: «Non è una corsa a due, la Ferrari è ancora vicina. Sebastian (Vettel ndr) è stato molto sfortunato».

Wolff avverte: «Tirato fuori un cartellino giallo, al secondo si sa cosa succede»

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