Maestosa Grenot sui 400 «La regina sono io » Galvan, finale e primato
Coe cerca nuovi pentiti per smascherare il doping
DAL NOSTRO INVIATO che a 32 anni ritrova la forma migliore. Sa che il lavoro non è finito, ma sa anche di averne fatto un bel po’, perché il messaggio è chiaro: sono la campionessa, ho vinto due anni fa a Zurigo, vediamo chi di voi riesce a prendermi, a togliermi il titolo. «Alla finale ci saranno mio nonno e mio fratello, voglio correre bene, per loro e per i miei tifosi. La regina sono io, sono pronta a dimostrarlo».
Maestosa la Grenot, tosto Matteo Galvan. Anche lui correrà oggi la finale dei 400 (ore 19.50) e anche lui andrà a caccia di qualcosa di concreto. Ieri ha eguagliato il suo primato italiano, 45’’12 fissato dieci giorni fa a Rieti. Ha tenuto duro negli ultimi 80 metri: sembrava avesse finito la benzina, ma non ha mollato e ora può pensare al podio. Per sé e per l’atletica italiana che comincia a sentire il bisogno di una I decimi che Grenot ha limato dal suo precedente limite sui 400. Ha chiuso in 50’’43 giornata ricca dopo che Alessia Trost e Desirée Rossit nell’alto hanno fallito l’assalto alla prima medaglia. Si sono fermate a quota 1,89, come nelle qualificazioni, piazzandosi seste nella gara vinta dalla spagnola Ruth Beitia, la sola capace di superare l’asticella a 1,98.
E se l’atletica azzurra cerca il primo podio europeo, l’atletica mondiale cerca nuovi pentiti, atleti che abbiano il coraggio di denunciare chi bara. «Senza l’aiuto di Yulia Stepanova non saremmo arrivati a smascherare il doping russo — ha detto Seb Coe, presidente della Federazione mondiale —. Gli atleti devono capire l’importanza che possono avere in questa battaglia. Chi parlerà sarà protetto dalla Federazione. Yulia ha capito e adesso è tornata. Ad Amsterdam le è andata male, ma mi auguro che per lei non sia stata la fine della storia».
Coe ha poi confermato che 136 atleti russi hanno chiesto di poter gareggiare tra un mese ai Giochi di Rio: «Non affronteremo i casi individualmente, deciderà un board di specialisti». E mentre il board sta per mettersi all’opera, la Commissione etica del Comitato olimpico internazionale ha preso in esame il caso Stepanova. Dopo essere stata l’unica russa all’Europeo, ha ottime possibilità di essere l’unica russa anche all’Olimpiade.