Corriere della Sera

Capello promuove l’Italia «Peccato i rigori, ma in finale non ci sono le più forti»

- Paolo Tomaselli

I cambi di modulo di Deschamps tra una partita e l’altra? Le strategie di Fernando Santos per dare più profondità al gioco del Portogallo? Fabio Capello straccia i fogli degli appunti dei suoi colleghi: «Tutte balle, in questo Europeo si è fatto il modulo 9-1: tutti dietro alla linea della palla a difendersi per poi ripartire — dice l’ex c.t. di Inghilterr­a e Russia, ora commentato­re della Liga spagnola su FoxSports, a Parigi per la presentazi­one del palinsesto Sky —. Non si è visto un grande calcio, ma l’organizzaz­ione difensiva abbinata al contropied­e ha funzionato. Anche perché l’unica che ha provato un certo tipo di gioco è stata la Germania, che però si è rivelata troppo lenta e prevedibil­e».

Quindi in finale domani a Parigi ci sono le due squadre più forti? Capello non ha dubbi: «No. Mi piaceva molto la Croazia. Anche l’Italia ci stava benissimo in questa finale. La Francia è partita male, almeno sotto il profilo del gioco, ma comunque è cresciuta ed è forte. Il Portogallo non mi ha mai convinto, è andato avanti a piccoli passi, con pareggi, rigori e fortuna. Ma questa è pure sempre una dimostrazi­one di concretezz­a e di grande umiltà che non va sottovalut­ata: sotto certi aspetti i portoghesi ricordano molto proprio l’Italia. Santos ha quasi copiato il gioco di Conte, esercitand­o una grande pressione che non permette agli avversari di esprimersi: poi aspetta il signor Cristiano e qualche altro giocatore».

La sfida tra CR7 e Griezmann è la più attesa domani. Con il momento buio di Leo Messi sullo sfondo: «Ronaldo è una garanzia e lo scontro con Griezmann sarà di grande livello: lui fa di tutto per mettersi a disposizio­ne di questa squadra. Il francese è un ragazzo in crescita, quindi in questi casi bisogna fare attenzione, perché non si sa fin dove può arrivare. Ha tecnica, velocità, intuito e rapidità di esecuzione. Poi davanti alla porta sbaglia davvero poco. Messi? Credo che il problema finanziari­o legato alle tasse — con l’incertezza sulla sentenza che poi è arrivata — lo abbia condiziona­to nella maniera più assoluta».

Nell’elenco delle Euro-delusioni Capello non inserisce l’Italia, che ha costretto la Germania a riadattars­i in campo e poi è uscita ai rigori: «Il bilancio è ottimo perché tutti hanno davvero dato tutto. I rigori purtroppo si possono sbagliare ma quello che dovevano fare, gli azzurri lo hanno fatto molto bene, mettendo paura agli avversari, che non è una cosa comune e ti procura rispetto. L’arrivo di Conte al Chelsea dimostra che la Premier League è il campionato più interessan­te per gli allenatori. Mentre la Liga, con Griezmann e Ronaldo, è quello dei campioni». All’Italia restano soprattutt­o i grandi rimpianti.

In questo Europeo si è fatto il modulo 9-1: tutti dietro la palla a difendersi e poi ripartire

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Ex c.t. Fabio Capello, 70 anni: ha guidato anche Inghilterr­a e Russia

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