Da eroe nazionale a grande assente Griezmann deve ricominciare da capo
Dopo un Europeo da assoluto protagonista, il fallimento proprio nell’atto decisivo
Avevano già cominciato a chiamarlo «Empereur Antoine Griezmann I», l’Imperatore, e si scambiavano online il ritratto dipinto dal «Pupazzaro» (l’illustratore romano Fabrizio Birimbelli). Dopo la tremenda delusione, Griezmann dovrà ricominciare da capo. Come Napoleone, il numero 7 non è altissimo, e non lo era soprattutto da ragazzino, quando per questo nessuna scuola di calcio francese ha voluto prenderlo. A un certo punto il Metz gli aveva promesso un contratto prima di cambiare idea: «Suo figlio è troppo piccolo», dissero al padre Alain. Un errore di cui si
parlò anche nel 2011, quando scoppiò lo scandalo delle presunte quote nelle scuole calcio: «Non dobbiamo ripetere un caso Griezmann», dicevano quelli che volevano limitare la presenza dei giocatori più atletici e possenti (spesso di origine africana).
Nel frattempo si era trasferito in Spagna. A 14 anni ha lasciato Mâcon per trasferirsi nei Paesi Baschi e imparare il calcio nella Real Sociedad. Nel 2014 il passaggio all’Atletico Madrid, e il Mondiale dove è scoppiato a piangere come un bambino alla fine della partita persa con la Germania.
Giovedì sera la vendetta in semifinale con i due gol rifilati al «più forte portiere del mondo» Neuer, e la consacrazione come capocannoniere degli Europei. Griezmann sembrava inarrestabile, come la storia a lieto fine cominciata con il dramma del 13 novembre, quando la sorella Maud era al Bataclan e riuscì a salvarsi.
L’eroe che i francesi ieri sera attendevano alla prova definitiva è un 25enne che non ha mai giocato nel campionato nazionale, che è più a suo agio nel parlare spagnolo che francese ed è di origini portoghesi: sua madre Isabelle Lopes è figlia del calciatore professionista Amaro Lopes. Un europeo vero, un francese simbolo di quella che in Francia cominciava a essere chiamata la «generazione Griezmann»: come Pogba giovani, disinvolti, ben al di sotto delle 50 convocazioni in Nazionale. «Sono giovani, vogliono andare in fondo — diceva Deschamps — e mi va benissimo». Niente da fare, Griezmann è tornato quello che sbagliava il rigore del pareggio nella finale di Champions con il Real. Ieri sera ha corso, come sempre, ma il destino lo ha raggiunto. È sembrato un giocatore senza peso.
Fantasmi del passato Ha corso come sempre ma è tornato quello che sbaglia il rigore in finale di Champions