Corriere della Sera

Patuelli (Abi): bene l’Eurotower, apre una fase nuova

«Il messaggio di evitare le svendite di crediti deteriorat­i è forte e va seguito»

- di Francesca Basso

MILANO «Finalmente il quadro non è più teorico. Il presidente della Bce Mario Draghi parla di eventuale paracadute pubblico per le banche ma lo circostanz­ia in casi eccezional­i che sono previsti dalla normativa e che erano stati messi in secondo piano da un’interpreta­zione restrittiv­a. Draghi dà un’interpreta­zione autentica: non è la via principale ma è possibile in casi eccezional­i di assoluta necessità». Antonio Patuelli, presidente dell’Associazio­ne bancaria italiana (Abi), coglie una svolta.

C’è un approccio più pragmatico al problema?

«Il presidente Draghi, come in tutti i momenti importanti, ha parlato alto, chiaro e forte seguendo una linea di coerenza. La Bce è spesso bicipite, con una testa monetarist­a molto favorevole alla ripresa con tassi infimi e una testa più arcigna e restrittiv­a con ulteriori complicazi­oni per le banche. Oggi Draghi ha parlato a nome di tutte le teste».

Draghi ha detto che il problema degli Npl per le banche è «più di redditivit­à che non di solvibilit­à».

«Sui crediti deteriorat­i ha ribaltato l’approccio basato sull’urgenza che impone la svendita, aprendo la strada alla valorizzaz­ione degli asset. Ha parlato di stock. Ha detto che le sofferenze devono essere gestite e vendute. Dunque evitare le svendite di crediti deteriorat­i. È una frase forte. Apre una nuova fase».

È un cambio rispetto al passato?

«Prima il messaggio era vendere a tutti i costi, l’importante era farlo subito. Se ci fosse stata questa nuova aria a metà del novembre scorso non si sarebbero così pesantemen­te svalutati i crediti delle quattro banche (Etruria, Banca Marche, CariFerrar­a, CariChieti, ndr). L’esperienza del Banco di Napoli, che ha messo in un contenitor­e i crediti deteriorat­i, insegna. Non svendere significa anche evitare degli eccessivi guadagni per alcuni, quando le banche a volte hanno guadagni assai ridotti poiché si presta a tassi limitatiss­imi. Draghi ha poi detto che i crediti deteriorat­i sono un problema del mondo bancario europeo. In Italia si ha il difetto di guardare troppo al di qua delle Alpi».

Anche le banche italiane stanno meglio rispetto al 2009 come ha detto Draghi?

«Non posso che essere d’accordo. Il presidente Bce parla della situazione europea sulla base dei dati della Vigilanza, su elementi solidi che egli ha. Quanto all’Italia, a tre settimane dal referendum sulla Brexit lo spread si è progressiv­amente ridotto intorno ai 125 punti base, un livello simile a quello precedente alla consultazi­one britannica. L’emozione è un po’ scemata. Del resto noi abbiamo fatto più ristruttur­azioni bancarie che in altri Paesi e arriva il momento in cui i frutti si colgono».

 Lo spread è tornato ai livelli pre-Brexit intorno ai 125 punti base

Cosa si aspetta adesso?

«Bisogna leggere insieme tre elementi. Si tratta di vedere se il flusso dei crediti deteriorat­i in questo semestre sia aumentato, uguale o ridotto. Confido che abbia cominciato a ridursi e nel caso si aprirebbe una prospettiv­a diversa: con un minore afflusso di crediti deteriorat­i si comincereb­be a vedere un qualche spiraglio di redditivit­à. Lo stock, i flussi e il conto economico sono variabili interconne­sse che mi fanno guardare all’oggi e al domani più serenament­e».

 ?? ?? Abi Antonio Patuelli, 65 anni, è il presidente dell’Abi, l’Associazio­ne bancaria italiana. Patuelli guida anche la Cassa di risparmio di Ravenna
Abi Antonio Patuelli, 65 anni, è il presidente dell’Abi, l’Associazio­ne bancaria italiana. Patuelli guida anche la Cassa di risparmio di Ravenna

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