La campagna d’odio del veterano Al: «Hillary traditrice andrebbe fucilata»
«Al Baldasaro non è il solo a pensarla così, Hillary Clinton merita la massima punizione prevista per alto tradimento. Come minimo la galera», dice Thuy Lowe, genitori vietnamiti, delegata di Orlando. È una dei pochi rappresentanti politici ad aggirarsi di mattina nella Quicken Loans Arena. Fa caldo, gli altri arriveranno più tardi. Ma è chiaro che le parole di Alfred (Al) Baldasaro, uno dei consiglieri di Donald Trump sulla questione dei veterani hanno segnato l’ultima giornata della Convention: «Hillary Clinton è una vergogna — ha detto Al a una radio di Boston —. Mi disgusta per tutte le bugie che ha raccontato alle madri delle persone che sono morte a Bengasi. Dovrebbe essere messa davanti a un plotone di esecuzione e fucilata per alto tradimento». Al Baldasaro, 59 anni, deputato del Parlamento nazionale del New Hampshire, si è presentato così: «Sono uno che ha partecipato alle operazioni Desert Shield e Desert Storm (Prima guerra del Golfo 1990-1991, ndr) e sono anche un padre che ha mandato un figlio in guerra in Iraq».
Robert Hoback, a nome dei servizi segreti, annuncia che «è stata aperta un’indagine» a carico del deputato del New Hampshire. Occorre verificare se quelle frasi non mettano a rischio la sicurezza dell’ex Segretario di Stato. Hillary Clinton ha protestato, mentre Hope Hicks, un portavoce di Donald Trump, si è affrettato a precisare che il front-runner dei repubblicani «non condivide le affermazioni di Al Baldasaro». Ma le dichiarazioni formali certamente non bastano per attenuare la carica di ostilità.
La Convention dei repubblicani è astiosamente fantasiosa contro l’avversaria numero uno. «Lock her up», mettetela dentro, oppure «Clinton for prison». Sono stati gli sloganbandiera di queste giornate. Unificanti e, evidentemente, eccitanti. Thuy Lowe, la delegata di Orlando, mette insieme l’attentato dell’11 settembre 2012 a Bengasi, 4 morti tra cui l’ambasciatore Usa Christopher Stevens, e l’uso di server privati per gestire la corrispondenza del Dipartimento di Stato: «Non solo le bugie su Bengasi. Noi tutti siamo arrabbiati perché Hillary Clinton è sfuggita al processo che merita per le mail. Ha reso accessibili informazioni che avrebbero potuto mettere a rischio la nostra sicurezza. I giudici avrebbero dovuto stabilire se è un fatto comparabile all’alto tradimento e sanzionarla con la più severa punizione prevista per questi casi. Come minimo stiamo parlando di galera, come massimo potrebbe essere anche la pena di morte. Non lo so: ma ci sarebbe piaciuto farlo decidere al giudice».
Se questo è l’umore dominante, si spiega perché le magliette, le spille con il volto di Hillary dietro le sbarre siano tra le più vendute sulle bancarelle intorno alla Quicken Loans Arena. La campagna antiHillary di Cleveland, in realtà, si è sviluppata su un piano inclinato. Punto di partenza, il soprannome coniato dal capo: «Crooked Hillary», Hillary la corrotta. Poi, nella prima giornata della Convention, i delegati hanno seguito la ricostruzione dell’attentato a Bengasi. Tanto lunga quanto parziale, perché ha riportato tutte le accuse ai ritardi imputati a Hillary Clinton, all’epoca Segretario di Stato, mentre le Commissioni di inchiesta del Senato e della Camera dei rappresentanti hanno escluso omissioni colpose.
Poi il governatore del New Jersey, Chris Christie, ha trasformato tutto il suo intervento in un processo a Hillary, chiedendo all’audience se la trovava «colpevole» o «non colpevole» per le scelte di politica internazionale: dalla Siria alla Russia, all’Iran. Sarebbe potuta essere una buona occasione per proporre un’analisi politicamente intelligente sugli aspetti controversi, e ce ne sono tanti, della politica estera dell’amministrazione Obama. Ma Christie l’ha trasformata in una grottesca e pasticciata invettiva. Tra l’altro ha accusato Hillary di aver sdoganato «un dittatore» come Putin, dimenticandosi che il suo nuovo principale, Trump, lo considera un ottimo interlocutore.
Alla fine del piano inclinato ecco spuntare Alfred, Al Baldasaro.
Al Baldasaro L’intera faccenda mi disgusta. Hilary Clinton dovrebbe essere messa sulla linea di tiro e fucilata per tradimento. Hilary, per me, è la Jane Fonda del Vietnam. Sono convinto di quello che ho detto