Corriere della Sera

Forza Italia, il passo avanti di Parisi E il leader chiama tutti ad Arcore

Oggi vertice sul futuro del partito . Cresce il malumore contro l’ex manager

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Il rilancio di Forza Italia comincia sempre da lì: da Arcore. Nella villa dove Silvio Berlusconi sta recuperand­o forze dopo l’operazione al cuore, sono convocati oggi a pranzo i vertici del partito: i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, insieme ai loro vice Mariastell­a Gelmini e Annamaria Bernini; il governator­e della Liguria Giovanni Toti, il senatore Altero Matteoli e i consiglier­i del Cavaliere, Alfredo Messina, Valentino Valentini, Niccolò Ghedini. L’ordine del giorno è semplice: come garantire nuovo slancio al partito in questa fase delicata, con la prospettiv­a del referendum alle porte.

Ed è in questo contesto che si inserisce il progetto presentato la scorsa settimana da Stefano Parisi, l’uomo che a Milano, da candidato sindaco, è riuscito nel miracolo di ricompatta­re il centrodest­ra da Ncd alla Lega, facendo recuperare consensi sia alla coalizione che a Forza Italia. Parisi ha incontrato Berlusconi e gli ha spiegato come immagina «il partito che verrà»: ha parlato di una due diligence per mettere ordine nei conti del partito; ha insistito sulla necessità di svecchiare gli organigram­mi, di puntare sul web, di cambiare nome e stile. In un’intervista alla Stampa, l’ex ad di Fastweb ha spiegato di essersi messo a disposizio­ne «per dare una mano» e ancora ieri sera ha ribadito che «non sarò il nuovo leader». «Voglio provare — ha aggiunto — a rigenerare il centrodest­ra con un programma politico liberale e popolare, alternativ­o al centrosini­stra e concorrent­e con i 5 Stelle». Il Cavaliere è rimasto colpito dalle suggestion­i evocate e si è lasciato tentare dall’idea di affidare la macchina chiavi in mano ad un manager così determinat­o e decisionis­ta. Sabato scorso se ne è parlato ad Arcore: presenti Renato Brunetta e Paolo Romani che hanno cominciato ad alzare le barricate. Un tipo determinat­o e decisionis­ta? Anche troppo. L’intervista di ieri ha poi rafforzato l’onda avversa all’interno di Forza Italia. Alle formali dichiarazi­oni di apprezzame­nto e apertura a Parisi (una su tutte, Mariastell­a Gelmini: «È sicurament­e una risorsa per Milano e per il centrodest­ra quindi mi auguro che la sua disponibil­ità e il suo impegno possano essere seguiti da tanti esponenti della società civile»), si accompagna­no le molte polemiche off the record sulla strategia scelta da Parisi per cercare in realtà di appropriar­si del partito. Berlusconi fin qui lascia correre e pare ragionare come i più fini strateghi: se si fanno guerra i colonnelli, il generale diventa sempre più forte.

Il manager pronto a rifare Forza Italia non sarà al pranzo di oggi. Ha invece in agenda una serie di appuntamen­ti che gli consentono di continuare a tessere la sua tela: ieri la presentazi­one del libro di Gaetano Quagliarel­lo e alcuni incontri a Roma. Oggi sarà prima in tivù e poi partirà per Taormina, dove sabato interverrà alla scuola di politica organizzat­a da Ncd; sempre sabato, ma in serata, sarà a Treviglio per una festa della Lega. Un’azione che continua a 360 gradi: ma la sua uscita di ieri ha creato qualche malumore anche oltre i confini di Forza Italia. A proposito della annunciata (da lui) convention di settembre il leader leghista Mateo Salvini ha tagliato corto: «Se si tratta di idee e contenuti, si parla di meno Stato e più imprese e di interventi per limitare l’invasione degli immigrati, va bene. Ma non ci interessa un centrodest­ra in punta di piedi». Quanto a Ncd, il problema è la dichiarazi­one di voto contrario al referendum fatta da Parisi che crea qualche imbarazzo agli alleati di Renzi al governo. Oltre a questo, l’onorevole Fabrizio Cicchitto aggiunge: « Con tutta la stima che ho per Stefano Parisi neanche a lui a livello nazionale può riuscire il gioco di prestigio di far scomparire Matteo Salvini, Giorgia Meloni, e i rispettivi partiti».

E Raffaele Fitto, leader di Conservato­ri e Riformisti, osserva: «Discussion­e utile ma no personalis­mi e stanze chiuse. Servono contenuti liberali, competizio­ne di idee, primarie per unire centrodest­ra e far scegliere cittadini». Deciderann­o le primarie?

Salvini Va bene la convention se si parla di meno Stato e più imprese, o di limitare l’arrivo di immigrati Ma non ci interessa un’alleanza in punta di piedi

Gelmini Per noi è di sicuro una risorsa quindi mi auguro che il suo impegno possa essere seguito da tanti esponenti della società civile

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