Corriere della Sera

SE I TURCHI CHIEDERANN­O ASILO IN ITALIA, BISOGNA DARE PROVA DI MATURITÀ

- Di Maurizio Caprara

Ci potrebbero essere presto per alcune autorità del nostro Paese scelte delicate da compiere, potrebbe risultare complicato conciliare doveri morali e interessi nazionali. L’Italia darebbe o non darebbe asilo politico a turchi che lo chiedesser­o per sottrarsi all’ondata di repression­e ordinata dal presidente Recep Tayyip Erdogan in risposta al fallito colpo di Stato della settimana scorsa? La Turchia è uno Stato che confina con importanti focolai, accesi o potenziali, di tensioni e conflitti: ha 899 chilometri di frontiera con la Siria in guerra civile, 367 con l’Iraq che è un altro Stato insidiato da Daesh, 534 con l’Iran, 273 con la Georgia in guerra con la Russia quasi otto anni fa, 311 con l’Armenia. Altre frontiere le ha con due Paesi dell’Unione Europea, 223 chilometri con la Bulgaria e 192 con la Grecia dal precario assetto finanziari­o, più 17 chilometri con l’Azerbaijan. Basterebbe­ro questi numeri a rendere l’idea del rilievo strategico e della capacità di pressione della repubblica di Erdogan. Se non fossero sufficient­i, si ricordi che Erdogan ha avuto sull’appoggio allo «Stato islamico» di Daesh un’ambiguità temeraria. Non sono però motivi che rendono meno universali i valori della Dichiarazi­one universale dei diritti dell’uomo. Sull’accettazio­ne delle richieste di asilo si eviti un dibattito politico grezzo, scomposto. Chiunque prenderà la parola sappia di maneggiare materiale capace di aiutare o stroncare vite di persone in carne e ossa. La scelta legale è quella in generale prevalsa finora, affidata alle attuali Commission­i territoria­li con rappresent­anti di ministero dell’Interno, Comuni e agenzia dell’Onu per i rifugiati Unhcr: valutazion­i caso per caso, tali tuttavia da non spedire in prigione (e dai boia, se venisse ripristina­ta la pena di morte) cittadini turchi invisi al regime e innocenti. La politica italiana dia prova di maturità. Trovi modo di contribuir­e a salvare esistenze ed equilibri essenziali per la sicurezza collettiva.

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