Corriere della Sera

All’Italia manca un servizio di previsioni a breve periodo, con anticipi fino a 6 ore

- Di Ricardo Franco Levi

di elaborare, ad intervalli di 20 minuti tra l’una e l’altra, previsioni a con anticipi fino a sei ore sulla forma (pioggia, grandine, neve), l’intensità e il luogo della conseguent­e precipitaz­ione.

Tradotte dagli esperti di idrologia in calcoli sulle conseguent­i variazioni nei livelli di torrenti, fiumi, laghi naturali e artificial­i e, dunque, sulle possibili esondazion­i, e valutate tutte le altre rilevanti informazio­ni (l’ora del giorno, l’apertura o la chiusura di scuole, fabbriche e uffici, i beni e gli edifici da proteggere, le possibili vie di fuga, ecc.) le previsioni meteo a brevissimo termine (chiamate nowcasting per distinguer­le da quelle a medio termine definite come forecastin­g) costituisc­ono il primo, indispensa­bile anello di un efficace sistema di protezione civile.

I tempi di preavviso degli allarmi che si possono così lanciare sono, per forza di cose, estremamen­te ristretti, ma possono essere comunque preziosi per salvare vite umane ed evitare o contenere la distruzion­e di beni e di cose.

Nelle menti di tutti noi sono ben presenti le ripetute, le infinite sciagure portate dall’acqua, dal Polesine a Sarno, dal Seveso a Genova alla Riviera di Ponente, dalla Sardegna a Borca di Cadore.

Peraltro, non servono neppure molte parole per dire quanto un sistema in grado di allertare su situazioni di immediato pericolo o anche solo di dare credibili previsioni sull’imminente variare del tempo sarebbe prezioso per l’intera società: per le famiglie, le scuole, i trasporti aerei, navali e ferroviari, l’agricoltur­a, lo sport, il turismo, la difesa e la sicurezza nazionali, la ricerca, la scienza.

Uscire dall’attuale sistema di estrema frammentaz­ione e istituire un servizio meteorolog­ico autenticam­ente nazionale al quale attribuire, con autonomia operativa e certezza di risorse, la forte missione e la responsabi­lità dell’attività di previsione del rischio idrogeolog­ico, corrispond­e a un interesse generale e costituisc­e — lo ripetiamo — una sfida che l’Italia deve finalmente raccoglier­e.

Il nuovo servizio — quale che ne possa essere la specifica forma giuridica — non potrebbe trovare collocazio­ne migliore di quella che lo vedesse accanto al campus scientific­o dell’Università Statale e allo Human Technopole. Nulla potrebbe essere più coerente con l’ispirazion­e ambientale all’origine di Expo e con la grande tradizione leonardesc­a di governo delle acque che è parte della storia di Milano.

Ministro Maurizio Martina — sia consentito chiudere con un appello personale — lei che è autorevole membro del governo, responsabi­le delle politiche agricole, cioè di uno dei settori che più direttamen­te potrebbero beneficiar­e di accurate previsioni meteo, e con delega specifica per Expo, che ne pensa di questo progetto?

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