All’Italia manca un servizio di previsioni a breve periodo, con anticipi fino a 6 ore
di elaborare, ad intervalli di 20 minuti tra l’una e l’altra, previsioni a con anticipi fino a sei ore sulla forma (pioggia, grandine, neve), l’intensità e il luogo della conseguente precipitazione.
Tradotte dagli esperti di idrologia in calcoli sulle conseguenti variazioni nei livelli di torrenti, fiumi, laghi naturali e artificiali e, dunque, sulle possibili esondazioni, e valutate tutte le altre rilevanti informazioni (l’ora del giorno, l’apertura o la chiusura di scuole, fabbriche e uffici, i beni e gli edifici da proteggere, le possibili vie di fuga, ecc.) le previsioni meteo a brevissimo termine (chiamate nowcasting per distinguerle da quelle a medio termine definite come forecasting) costituiscono il primo, indispensabile anello di un efficace sistema di protezione civile.
I tempi di preavviso degli allarmi che si possono così lanciare sono, per forza di cose, estremamente ristretti, ma possono essere comunque preziosi per salvare vite umane ed evitare o contenere la distruzione di beni e di cose.
Nelle menti di tutti noi sono ben presenti le ripetute, le infinite sciagure portate dall’acqua, dal Polesine a Sarno, dal Seveso a Genova alla Riviera di Ponente, dalla Sardegna a Borca di Cadore.
Peraltro, non servono neppure molte parole per dire quanto un sistema in grado di allertare su situazioni di immediato pericolo o anche solo di dare credibili previsioni sull’imminente variare del tempo sarebbe prezioso per l’intera società: per le famiglie, le scuole, i trasporti aerei, navali e ferroviari, l’agricoltura, lo sport, il turismo, la difesa e la sicurezza nazionali, la ricerca, la scienza.
Uscire dall’attuale sistema di estrema frammentazione e istituire un servizio meteorologico autenticamente nazionale al quale attribuire, con autonomia operativa e certezza di risorse, la forte missione e la responsabilità dell’attività di previsione del rischio idrogeologico, corrisponde a un interesse generale e costituisce — lo ripetiamo — una sfida che l’Italia deve finalmente raccogliere.
Il nuovo servizio — quale che ne possa essere la specifica forma giuridica — non potrebbe trovare collocazione migliore di quella che lo vedesse accanto al campus scientifico dell’Università Statale e allo Human Technopole. Nulla potrebbe essere più coerente con l’ispirazione ambientale all’origine di Expo e con la grande tradizione leonardesca di governo delle acque che è parte della storia di Milano.
Ministro Maurizio Martina — sia consentito chiudere con un appello personale — lei che è autorevole membro del governo, responsabile delle politiche agricole, cioè di uno dei settori che più direttamente potrebbero beneficiare di accurate previsioni meteo, e con delega specifica per Expo, che ne pensa di questo progetto?