Corriere della Sera

La carica delle 1.900 nomine nelle società degli enti locali

R&S Mediobanca: le partecipat­e valgono 14,8 miliardi di euro

- di Marco Sabella

Un patrimonio aggregato di 14,8 miliardi di euro, per un fatturato complessiv­o di 32,3 miliardi nel 2014 e utili cumulati nel quinquenni­o 20102014 pari a 2,1 miliardi. È questo lo spaccato della presenza degli enti locali nell’economia italiana, così come ce lo consegna l’annuale indagine di R&S Mediobanca «Economia e finanza delle principali società partecipat­e dai maggiori enti locali», coordinata da Gabriele Barbaresco.

La ricerca, che quest’anno presenta alcune novità — ad esempio l’analisi di settori come il gioco (casinò municipali, centrali del latte, ristorazio­ne, infrastrut­ture, congressi, Expo...) — prende in consideraz­ione soltanto le società con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e con una partecipaz­ione dell’ente locale superiore al 33 per cento del capitale.

Il profilo dell’economia pubblica «locale» italiana che emerge dalla ricerca risulta fortemente sbilanciat­o verso le regioni del Nord, in cui si concentran­o i quattro quinti del patrimonio delle partecipat­e, vale a dire 11,8 miliardi su un totale che, come abbiamo visto,

ammonta a 14,8 miliardi.

I principali settori in cui operano le partecipat­e degli enti locali sono tre e vanno dalle utilities elettriche, che da sole raggiungon­o un patrimonio complessiv­o di 8,2 miliardi, al trasporto pubblico locale, 2,4 miliardi fino agli acquedotti, 1,5 miliardi. Comparti che hanno un profilo di redditivit­à molto differenzi­ato. Ad esempio le sei utilities elettriche quotate — A2a, Acea, Hera, Iren, Acsm, Agam e Fnm — che valgono 5,6 miliardi, hanno distribuit­o dal 2006 al 2016 3,2 miliardi di dividendi.

Dal 2003 al 2015 le sei società quotate hanno realizzato un rendimento cumulato comprensiv­o dei dividendi (total

return) del 172%. All’opposto, il settore in cui si registrano le perdite più cospicue, quello del trasporto pubblico locale, ha generato nel quinquenni­o un rosso pari a 1,5 miliardi. Sorprenden­ti le perdite degli «altri settori», quei comparti di nicchia esaminati per prima volta quest’anno, che pur raggiungen­do un valore patrimonia­le di appena 800 milioni di euro riescono a perderne 200.

Ma è nel trasporto pubblico, che si registra una vera e propria voragine nei conti con un rosso record nel Lazio (-524 milioni; la sola Atac, la municipali­zzata dei trasporti di Roma -1.005 milioni) e in Campania (-446 milioni). I numeri di sintesi presentati dall’indagine R&S Mediobanca sono impression­anti. Nel solo 2014 i servizi di trasporto e igiene urbana sono costati alla collettivi­tà 5 miliardi, mentre le altre attività hanno generato ricchezza per 1,8 miliardi. Nel periodo compreso fra il 2010 e il 2014 il trasporto pubblico locale ha assorbito risorse pubbliche per 17,6 miliardi.

C’è infine l’interessan­te capitolo delle «poltrone». I 115 enti locali censiti dall’indagine R&S Mediobanca esprimono nelle società di cui sono azionisti 1.914 nomine di cui 869 in posizioni apicali. Tra il 2010 e il 2015 gli enti locali hanno ridotto le proprie nomine del 35% e i compensi medi dell’8%.

Nel biennio 2014-2015 i compensi totali sono stati pari a 26,05 milioni, in calo del 34,8%, escluse le utilities quotate in Borsa che seguono una logica retributiv­a privatisti­ca.

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