Corriere della Sera

La Red Bull provoca Vettel: «Nel 2018 andrà in Mercedes»

- Flavio Vanetti

DAL NOSTRO INVIATO

Che cosa fai se vedi l’avversario a tiro? Lo provochi. Detto e fatto. La Red Bull, che nel Gp d’Ungheria cercherà di scavalcare la Ferrari tra i costruttor­i, ha così messo in moto Christian Horner (ma se il manovrator­e fosse Helmut Marko?): «Prevedo che Vettel andrà alla Mercedes dal 2018, se la Ferrari non avrà buoni risultati», ha dichiarato a Espn il team principal della Red Bull, nonché ex «capo» di Sebastian. È attendibil­e? «Fino a ieri pensavo di sì — ironizza Vettel —; comunque è interessan­te che qualcuno abbia certe idee». Segue monologo sul fatto che sulla Ferrari ci sono le pressioni della stampa (pure quella tedesca, stavolta), che «solo noi dall’interno conosciamo la situazione», che «siamo stati onesti a dire che i risultati non sono pari alle attese; per questo motivo dovete credere se affermiamo che i progressi sono in arrivo». Vettel, un anno fa qui vincitore, pare il manifesto della fiducia nella squadra. Finché dura, aggiungono le malelingue. Comunque sia, trascina pure Kimi Raikkonen («Mi aspetto ancora di vincere e di migliorare») senza d’altra parte disgiunger­e la buona cera dal realismo: «Non siamo ancora veloci, ma stiamo lavorando duro». Sarà un weekend cruciale per la Ferrari e non è da escludere che si ripresenti Sergio Marchionne, risoluto a dare una sterzata. Intanto, mentre Ross Brawn ha escluso di tornare al Cavallino, resta fluido lo scenario di James Allison: nel paddock l’addio del d.t., nonostante altri due anni di contratto, è ritenuto sicuro. Due novità, infine, dalla Fia. Arriva l’«occhio di falco» applicato ai cordoli, ovvero un sensore (posto a 1,6 metri dal bordo pista) che pesca chi li scavalca con le quattro ruote. Su un tracciato rivisto saranno monitorate le curve 6 e 7. Inasprita la regola dei colloqui radio. Si potrà parlare senza conseguenz­e solo in caso di guasti non rilevati dagli strumenti. Ma se un team comunicher­à un problema, il pilota dovrà o ritirarsi o riparare la vettura. Si vogliono evitare «furbate». Che dire? «È una cavolata, anche le frasi via radio di un pilota in panico fanno parte dello show» osserva Vettel, che ne ha pure per i cordoli intelligen­ti: «Sono le piste a essere sbagliate: se vai più veloce quando esci dalla sede stradale, qualcosa non va».

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