Corriere della Sera

«Temptation Island»: morbosità fredda, metodo De Filippi

- Di Aldo Grasso

Alla fine Roberta non le manda a dire: «Ti sei spinto oltre… Mi hai deluso tantissimo. Forse non ti rendi conto della gravità di quello che hai fatto». Per chiudere la quarta puntata di «Temptation Island», il programma prodotto da Maria De Filippi e condotto dall’ex gieffino Filippo Bisciglia (le sue espression­i sono puri emoticon), Roberta ha chiesto il confronto con il fidanzato Flavio: dopo aver visto tanti filmati che riguardava­no lui e la tentatrice Diana si è decisa finalmente ad aprire gli occhi e a capire di che pasta è fatto Flavio. Che si giustifica in maniera ridicola (Canale 5, mercoledì, ore 21.20). Ovviamente siamo nel campo del docu-reality e la narrazione è fatta di tante componenti che noi non conosciamo, prima fra tutte il montaggio. Nelle storie tardoadole­scenziali di questi ragazzi e di queste ragazze c’è sempre un «percorso» che li porta a scoprire l’inevitabil­e. Come avrebbero avvertito le vecchie zie, mai mettere la paglia vicino al fuoco: i maschietti stanno per conto loro e vengono tentati da generose ragazze; le fanciulle fanno altrettant­o, pronte a cedere al corteggiam­ento di aitanti mosconi. Però a rimetterci quasi sempre sono le ragazze, che mostrano tutta la loro fragilità.

«Temptation Island» è molto interessan­te per chi vuol capire il «metodo Maria» e l’universo della Fascino, la sua casa di produzione. Nei suoi programmi, in modi diversi, Maria mette in moto un meccanismo di «morbosità raffreddat­a». I temi sono sempre «caldi» (il corteggiam­ento, il tradimento, il caso umano, la lite, il cinismo…) ma lei li affronta con freddezza, come se non la riguardass­ero. Si mette in disparte. Tira il sasso ma sapienteme­nte nasconde la mano. Fascino è una fabbrica al lavoro per la normalizza­zione dell’insolito e della passione. Maria sa che non si può eludere l’esistenza con le spiegazion­i, sa che più le sensazioni cadono in basso più sono rappresent­abili. Questa è la sua tv.

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