Corriere della Sera

Il Pd pensa a un tetto per gli stipendi della Rai

Polemiche sui compensi. E nel Pd si pensa a un provvedime­nto per calmierarl­i

- di Giovanna Cavalli

«Sarà il nostro D-day. La trasparenz­a per noi è un’opportunit­à e non un obbligo». La Rai pensa a nuove regole ed entro stasera metterà online gli stipendi oltre 200 mila euro, a cominciare da quello dell’amministra­tore delegato Campo Dall’Orto, e le consulenze da più di 80 mila. Il presidente Monica Maggioni: «Dimezzare lo stipendio ai direttori solo perché siamo servizio pubblico non può garantire la qualità». Il Pd pensa intanto a una proposta di legge per «calmierare» i compensi.

«Il famoso tetto dei 240 mila euro non esiste, è superato da tempo, altrimenti lo rispettere­mmo», sostiene l’ad della Rai Antonio Campo Dall’Orto che entro stasera metterà online gli stipendi oltre i 200 mila euro (compreso il suo: 650 mila) e le consulenze da più di 80 mila, convinto che «sarà il nostro D-day. La trasparenz­a per noi è un’opportunit­à e non un obbligo».

Pur ammettendo che «una quindicina» di dirigenti presi dall’esterno sono stati assunti a tempo indetermin­ato, ribadisce che «le remunerazi­oni delle posizioni apicali sono il 15% sotto quelle di mercato». Concorda il presidente Monica Maggioni: «Neppure i supereroi possono cambiare la Rai nel corso di una notte. Dimezzare lo stipendio ai direttori solo perché siamo servizio pubblico non può garantire la qualità».

Avranno modo di riparlarne a breve, di questo e altro. Il 3 agosto entrambi sono stati convocati dall’Autorità nazionale anticorruz­ione presieduta da Raffaele Cantone, che sta esaminando l’esposto presentato tre mesi fa dal sindacato Usigrai sull’assunzione di una ventina di alti dirigenti. Secondo i ricorrenti, non sarebbe stata rispettata la procedura di reclutamen­to tramite job posting imposta dalle norme interne anticorruz­ione, né il tetto del 5% di esterni previsto dallo statuto aziendale. L’Anac riterrebbe necessario un approfondi­mento prima di deliberare. Di qui l’audizione dei vertici di viale Mazzini.

Nel frattempo arriva la precisazio­ne del sottosegre­tario alle Comunicazi­oni, Antonello Giacomelli: «Il piano trasparenz­a Rai è un obbligo previsto dalla riforma della governance voluta dal governo e votata dalla maggioranz­a parlamenta­re. Quella che l’azienda definisce “operazione trasparenz­a” potrebbe chiamarsi in realtà “adempiment­i”». Attacca il Pd con il presidente Matteo Orfini: «Alcuni compensi sono giustifica­ti, un bravo manager lo devi

L’intervento dell’Anac Cantone ascolterà i vertici il 3 agosto per chiariment­i sull’assunzione di una ventina di dirigenti

pagare quanto vale sul mercato. Il problema è che molti dei beneficiar­i di quei maxi stipendi non hanno più alcun incarico ma conservano il compenso». E Michele Anzaldi, commentand­o le indiscrezi­oni sulle cifre, si indigna perché «ci sono decine di dirigenti con stipendi da favola pagati per non fare nulla». I democratic­i starebbero pensando a una proposta di legge proprio per «calmierare» i compensi. Secondo Maurizio Gasparri di FI «il tetto dei 240 mila euro dovrebbe valere per tutti». Protesta Alessandro Di Battista, del direttorio M5S: «Mentre arrivano le rate del canone vediamo stipendi vergognosi dei pezzi grossi della Rai».

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