Tutto congiura a bloccare la vita Che cieca e stupida non si intimidisce
C’è una sorta di vitalità collettiva che non si lascia intimidire dai segnali e dalle minacce di morte, forse perché non se ne accorge. Forse non è un cattivo segno
Le efferate stragi di fanatici terroristi o di criminali squilibrati, la Brexit con tutte le sue implicazioni, le ondate di immigrati con le reazioni esaltate e le preoccupazioni ragionevoli che esse provocano, il pericolo di saltare in aria nei luoghi e nelle occasioni più impensabili imbarazzano o paralizzano governi, annunciano prossime difficoltà economiche — il che vuol dire gente che si trova senza il pane quotidiano — e crisi politiche, ma non fermano appetiti vitali, desideri elementari e abitudini coatte come la necessità, l’obbligo di andare in vacanza. Brexit significa oggi per innumerevoli turisti che non si sognano per questo di cambiare i loro progetti di ferie, quindici ore di coda per uscire dalla Gran Bretagna. Allo stesso modo, la certezza di un alto numero di morti nelle strade e nelle autostrade di Ferragosto non blocca né turba gli automobilisti che si mettono in viaggio.
Tutto ciò è probabilmente irragionevole, ma è difficile dire se sia un buono o cattivo segno. Tutto — la politica universalmente sempre più incerta e confusa, gli assassini in
Vitalità collettiva
da ogni parte, le crescenti difficoltà di distinguere alleati e nemici, i sistemi di sicurezza e protezione sempre più insufficienti — congiura a fermare, a bloccare la vita quotidiana. Ma la vita — cieca, stupida, indomabile nelle sue pulsioni — non si arresta, non si intimidisce, non si rintana.
Viviamo in un’epoca in cui il coraggio individuale e il senso di potersi trovare in circostanze in cui è necessario mettere a repentaglio la propria vita per aiutare gli altri si affievolisce sempre di più. Sono o sembrano sempre meno nume-