Il guru Messina fa lezione ai renziani: ecco analisi, mappe e profili degli elettori Così il Sì può vincere
«Questi sono i numeri. E per vincere il referendum dobbiamo fare così, spiegando agli italiani che sarà un momento storico per il futuro del Paese, senza personalizzare sul governo». E puntando tutto (o quasi) sul porta a porta, punto cardine della campagna «dal basso» che nel 2012 spinse Barack Obama alla difficile riconferma. Il momento è decisivo: per questo Jim Messina, il guru statunitense che guidò la battaglia per il bis alla Casa Bianca, nei giorni scorsi si è riunito con lo stato maggiore renziano, per affilare le armi in vista della consultazione d’autunno. Messina e il suo staff hanno illustrato una dettagliata fotografia dell’elettorato italiano e le relative strategie alla ministra per le Riforme Maria Elena Boschi, al sottosegretario Luca Lotti, al capo del think tank renziano «Volta», Giuliano da Empoli, al portavoce del premier Filippo Sensi e a Simona Ercolani, ritenuta un asso dello storytelling (ha inventato, tra l’altro, il programma tv «Sfide»), consulente di Palazzo Chigi e regista dell’ultima edizione della Leopolda. Ognuno con una missione precisa: la madrina della riforma, l’uomo macchina del renzismo, l’intellettuale «pensatore», oltre all’uomo e alla donna che stanno lavorando sul racconto mediatico
Il problema volontari Boschi, Lotti, Sensi, Ercolani e da Empoli al vertice. Servono migliaia di volontari
ed emozionale della campagna.
Il confronto è stato molto approfondito. I numeri del team di Messina partono da una certezza: stavolta il tam tam mediatico non basterà, bisogna puntare agli indecisi. Il guru è il mago dei «Big data», grazie all’analisi dei quali è possibile fotografare il profilo, le abitudini e anche l’orientamento politico dei clienti (in ambito commerciale) o degli cittadini per quello elettorale. I dati di Messina, tra i vari parametri, suddividono l’elettorato a livello geografico e sociale. Questo modello, applicato territorio per territorio, consentirà alla macchina pro referendum di avere un’idea dell’orientamento dei relativi elettori rispetto ad abolizione del bicameralismo perfetto e alla riforma elettorale. Numeri che consentiranno ai volontari di concentrare i propri sforzi sugli indecisi, trascurando i contrari convinti alla riforma. Per applicare questo sistema servono però migliaia di volontari. E il Pd è indietro rispetto ai 10 mila comitati auspicati da Renzi. Il clima della Leopolda si fatica a scorgere, e per questo al Nazareno è scattato più di un campanello d’allarme. Ogni comitato deve essere formato da un minimo di 5 ad un massimo di 50 persone: a loro toccherà la missione del «porta a porta». I comitati potranno infine contare su una «app», oltre ai altri social network, specie per puntare sui giovani. L’estate del premier, della Boschi e di tanti esponenti del Pd assomiglierà a quella del 2012, quando l’allora sindaco di Firenze batté a tappeto le spiagge per la sfida contro Bersani.