Corriere della Sera

Libia, 60 cadaveri sulla spiaggia Migranti vittime di un naufragio

Nel 2016 è record di sbarchi in Italia. Il Viminale: non possiamo accogliere tutti

- Fabrizio Caccia

Non se ne parla per qualche giorno, ma l’incubo rimane sempre lì, in agguato. I trafficant­i di uomini, dall’altra parte del Mediterran­eo, continuano a lucrare sui migranti e a mietere vittime: i corpi in stato di decomposiz­ione di oltre 60 persone — secondo il quotidiano Lybia Herald — che sognavano l’Europa, sono stati trovati due giorni fa da dei volontari su una spiaggia di Sabrata, 70 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei porti più conosciuti da dove salpano le «carrette» del mare verso le coste italiane. Già trasferite, le salme, in un centro di medicina legale per il prelievo del Dna, verranno sepolte in Libia.

La loro morte risalirebb­e all’inizio della settimana scorsa e si tratterebb­e — secondo fonti locali — di un numero «eccezional­mente alto», perché di solito sulla spiaggia di Sabrata vengono rinvenuti dai volontari addestrati dalla municipali­tà uno o due corpi al giorno. Stavolta è stata una strage, ancora un naufragio, probabilme­nte, causato dalla fatiscenza delle barche e dall’ingordigia senza scrupoli degli scafisti, che in questo periodo fanno affari d’oro sulla pelle delle migliaia di disperati in fuga.

E il 2016 rischia di diventare anno record nel nostro Paese. Sono le cifre a parlare. Nel 2014 i migranti sbarcati in Italia furono 170.100; nel 2015, 153.842. Secondo il Viminale dal primo gennaio 2016 al 22 luglio scorso siamo già arrivati a 84.790: un numero impression­ante, se si considera che nello stesso periodo del 2014 (l’anno record) furono meno (83.135) mentre nel 2015 furono un po’ di più (85.772). E nelle ultime 48 ore ci sono stati altri sbarchi cospicui: ieri mattina al molo Rinascita del porto di Cagliari è attraccata la nave mercantile norvegese «Siem Pilot» con a bordo 931 migranti; altri 729 sono arrivati a Reggio Calabria col pattugliat­ore «Vega» della nostra Marina militare.

Finito? Macché. Al porto di Messina ne sono sbarcati altri 375 dalla nave «Fiorillo». E a Pozzallo sono arrivati i 210 migranti soccorsi dalla nave di Medici senza frontiere «Topaz Responder» (tra loro 4 donne in gravidanza). Al bilancio vanno aggiunti purtroppo i 15 corpi senza vita trovati in un barcone alla deriva al largo di Vibo Valentia con altre 400 persone a bordo.

Una vera emergenza (sono 136.229 gli immigrati accolti e presenti sul territorio, distribuit­i tra le varie Regioni), davanti a cui il ministro dell’Interno, Altri 15 corpi senza vita sono stati trovati su un barcone alla deriva al largo di Vibo Valentia

Angelino Alfano, ribadisce la linea del governo. «Siamo un grande Paese e accogliamo chi scappa da guerre e persecuzio­ni, ma non possiamo accogliere tutti quelli che scappano da guerre e persecuzio­ni — ha detto ieri il ministro a Giardini Naxos, intervenen­do alla giornata conclusiva della sesta edizione della “Summer School” della Fondazione Costruiamo il futuro —. Li accogliamo e lavoriamo per una redistribu­zione europea. Quelli che non scappano da guerre e persecuzio­ni e vogliono venire in Europa e sono però irregolari, noi dobbiamo lavorare per rimpatriar­li. Perché siamo un popolo ed un continente accoglient­e ma non possiamo accogliere tutti».

Fermezza, ma anche umanità: «Al ministro dell’Interno — ha concluso Alfano — si deve chiedere, certo, di affermare in Europa che i costi della gestione di tutta la frontiera di Lampedusa debbano essere europei. Ma una cosa non gli si può chiedere e, anche se mi fosse chiesta, io non la farei: di fronte ad una bambina o un bambino, a una donna o un uomo, che stanno annegando nel nostro mare, nessuno mi può chiedere di farli morire o di non salvarli. Una grande democrazia come l’Italia prima salva le vite e poi, solo dopo averli salvati, chiede loro se sono dei profughi o sono degli irregolari».

La giornata

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(foto di Manuel Scordo/Ansa) A Cagliari L’arrivo del mercantile norvegese «Siem Pilot» con a bordo 931 migranti

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