Corriere della Sera

L’addio della giornalist­a che commuove l’Italia

L’ultimo saluto di Letizia Leviti, scomparsa a 45 anni: «Vorrei lasciarvi un po’ di me»

- Stefania Chiale

«Non avrei voluto, pensavo di farcela come tante altre volte e invece la vita non la decidiamo noi. Volevo salutarvi, ringraziar­vi e lasciarvi un po’ di me». Inizia così l’audio di addio di Letizia Leviti, giornalist­a di Sky Tg24, scomparsa sabato all’età di 45 anni in seguito a una grave malattia che l’aveva colpita nel 2014. Leviti lascia il marito, tre figli, e una redazione cui ha deciso di mandare un ultimo messaggio (chi vuole può ascoltarlo anche su Corriere.it).

La giornalist­a ricorda l’importanza del suo lavoro, che svolgeva dal 1995. Dopo la laurea in filosofia e quella in filologia, inizia a collaborar­e con diverse testate locali, tra cui il “Corriere Apuano” e “La Nazione”. Nel 2003 entra nella redazione romana di Sky Tg24, prima in veste di conduttric­e poi di inviata speciale e inviata di guerra: racconta l’Afghanista­n, l’Iraq, il Libano. «Il lavoro per me è stato una fonte di vita. Abbiamo un debito verso i telespetta­tori. Non dobbiamo accontenta­rli: dobbiamo dirgli la verità. Ci credono a quello che diciamo. E noi dobbiamo essere onesti intellettu­almente».

Ai colleghi consiglia di seguire le proprie passioni e di dare priorità alle cose importanti della vita, anche nell’ipotesi di dover affrontare una malattia come la sua: «Non sono contenta che sia finita così. Però ringrazio Dio perché dalla vita ho avuto tutto, anche più di quello che potevo desiderare. Non trascurate mai le vostre famiglie, neanche per il lavoro. Il lavoro non deve dominarci. Niente deve dominarci, nemmeno la malattia deve dominarci. Se al termine della vita una persona si accorge di aver sbagliato, di non aver fatto quello che aveva desiderato, credo che una malattia e l’esito di questa malattia sarebbero affrontati con molta angoscia. Quando succede una cosa come quella che è successa a me, è bello sentirsi in pace col mondo, sentire di aver fatto quello che si voleva fare, con sincerità».

La sua passione per il giornalism­o «Il lavoro per me è stato una fonte di vita. Non dobbiamo accontenta­re, il giornalism­o è verità» è sempre stata affiancata dall’amore per la letteratur­a. Nata in Lunigiana, a Pontremoli (provincia di Massa e Carrara), da genitori professori che le trasmetton­o l’amore per la cultura, Leviti pubblica libri di carattere letterario e cura alcune antologie di poesie che contengono anche suoi brani.

L’audio-messaggio si chiude con il pensiero alla sua famiglia: «Mi è successo di pensare “che bella questa vita”. Fino alla fine l’ho pensato e ho pregato perché stessi qui, con i miei bambini, con mio marito, con la mia mamma, con il mio mondo. Ma non sono arrabbiata: ognuno di noi ha un destino, e il mio cerchio si vede che doveva chiudersi così».

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